di Fabio C. Maguire
Dal vertice di Vilnius l’Ucraina ne esce indebolita, subendo una pesante sconfitta politica e diplomatica.
Il Presidente Zelensky, immortalato solo e apparentemente emarginato dal gruppo dei rappresentanti, si sarebbe auspicato un esito diverso dall’incontro in Lituania, un invito speciale per Kiev nell’Alleanza e un sostegno incondizionato alla causa ucraina.
I risultati dell’udienza sono stati ben diversi da quelli sperati.
Non è stato formalizzato nessun invito per Kiev e la questione della sua adesione sembra essere stata rimandata a data da destinarsi.
L’installazione di un Consiglio NATO-Ucraina e nuovi pacchetti di assistenza militare potrebbero essere considerati come un contentino, un premio di consolazione per l’Ucraina che però vede chiudersi le porte della NATO.
L’Alleanza si impegnerà a fornire sostegno militare per conformare l’esercito ucraino agli standard imposti dallo statuto dell’Organizzazione Atlantica, invierà tecnici ed ufficiali per istruire ed addestrare i soldati di Kiev ma non parteciperà allo scontro con la Russia.
É proprio la paura di un confronto diretto con Mosca che ha determinato un brusco cambio di rotta nella politica occidentale.
Ad aggravare la distanza tra Kiev e la NATO ci sarebbe anche la reazione del Presidente ucraino, alle deludenti conclusioni del vertice, che ha provocato forti risentimenti in seno al corpo diplomatico del duo anglosassone.
Ben Wallace, Segretario alla Difesa della Gran Bretagna, ha difatti rimproverato il Presidente Zelensky per il suo atteggiamento ingrato e presuntuoso nei confronti dell’Occidente.
“L’Ucraina dovrebbe porre maggiore enfasi sul dire grazie per l’aiuto occidentale”, ha suggerito il politico britannico.
Che ci piaccia o no, la gente vuole vedere un po’ di gratitudine”, ha proseguito, “a volte stai chiedendo ai paesi di rinunciare alle proprie scorte di armi e hai detto che fare ripetute richieste dall’Occidente potrebbe rischiare di alienare alcune circoscrizioni chiave.
A volte devi persuadere i legislatori sulla collina [Capitol] in America.”
Analoga reazione, ad avviso del Washington Post, si è avuta tra i membri della delegazione USA, “indignati per la reazione di Zelensky al vertice NATO di Vilnius.”
La situazione potrebbe essere molto semplice ed è la seguente: l’Occidente ha tentato di indebolire la Russia attraverso una guerra per procura, servendosi dell’Ucraina, persuasa dalle promesse di un futuro roseo e prospero, per condurre l’operazione.
Il progetto è fallito miseramente e, come la storia insegna, il Presidente ucraino verrà lentamente abbandonato ed isolato, per poi essere liquidato in circostanze poche chiare.
La stessa tragica fine è toccata a personaggi del calibro di Saddam Hussein, Gheddafi, Osama Bin Laden e Manuel Noriega.
“Essere un nemico degli Stati Uniti è pericoloso, ma esserne un amico è fatale”.