Domani si va a votare contro la tirannia giudiziaria. Vediamo perché il referendum popolare possa essere uno strumento di tecno-ribellione. È vero, si vota per le amministrative, ma, soprattutto, si vota il referendum per i 5 quesiti sulla Giustizia.
In questi mesi abbiamo sentito dire che si poteva fare di più o che si era fatto troppo, noi diciamo solo una cosa: FINALMENTE SI È ACCESSO UN DIBATTITO POPOLARE E CULTURALE SULLA TIRANNIA GIUDIZIARIA!
Questo è un dato non trascurabile. Così come non possiamo non sostenere, in piena dittatura tecnocratica, lo strumento del referendum, che restituisce sovranità e potere al popolo!
Ci sono 5 quesiti, di cui alcuni davvero importanti: riforma del CSM, separazione delle carriere, limitazione custodia cautelare e valutazione dei magistrati. Si ha la possibilità di dare una spallata ad un potere, quelle delle toghe, che da decenni condiziona la vita dell’Italia e degli italiani.
Ci chiedete se si poteva fate di meglio e di più? Certamente! Ma intanto domani andiamo alle urne e andiamo a dire SÌ! Andiamo ad aprire una breccia su questo muro che sembrava di gomma e che invece col voto popolare potrebbe iniziare a sbriciolarsi!
Il regime sta facendo di tutto per far saltare il banco…
Ha silenziato il dibattito sul referendum, ha cancellato da media e TV queste elezioni, i salotti televisivi si sono dimenticati che 60 milioni di italiani sono chiamati a esercitare un loro diritto e, per ultimo, solo per questo loro diritto gli italiani saranno costretti a votare in pieno STATO DI EMERGENZA!
E sì, al seggio bisognerà andare imbavagliati, distanziati e terrorizzati dal Covid!
“Nel segreto della cabina elettorale IL REGIME SANITARIO ti vede, Stalin no!” (Hanno sostituito Dio in tutto…)
Popolo sveglia! Basterebbe essere il 51% per dare una spallata ad un pezzo di sistema che ha tiranneggiato (e continua a farlo) per decenni.