L'Italia Mensile

Verso il 1 maggio… morti sul lavoro: è una strage!

Giuliano Castellino

Tutto pronto per il concertone, tutto pronto per la festa, passano gli anni, ma quella che è ormai una vera strage continua senza sosta.

La Bestia ha mietuto le sue vittime anche venerdì in Italia durante la Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro istituita dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro.

Un operaio di 48 anni dipendente del gruppo Italtrans che lavora in appalto per il centro di distribuzione Esselunga di Limito di Pioltello (Milano) è morto a causa dello schiacciamento tra due mezzi pesanti verso le nove del mattino.

La seconda morte è avvenuta praticamente nelle stesse ore a un migliaio di chilometri di distanza, nella contrada Nadorello, a Sciacca, nell’Agrigentino.
Un agricoltore, Salvatore Augello, è morto dopo che il trattore che guidava si è ribaltato ed è finito in un burrone.
Sono stati i familiari a scoprire il suo corpo senza vita. Sembra che il pensionato sia stato colto da un malore. Aveva 80 anni.

DUE STORIE DI VITE spezzate in un giorno simbolico, ma in tutto simile a quelli che lo hanno preceduto e purtroppo anche a quelli che lo seguiranno.

Nei primi tre mesi del 2023 sono già pervenute all’Inail 196 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale, facendo registrare un incremento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

«Un andamento drammatico che va contrastato con ogni mezzo» ha detto il presidente dell’Inail Franco Bettoni.

Il conflitto tra capitale e forza lavoro continua a fare vittime nell’indifferenza generale.

I MORTI A CAUSA DEL LAVORO sono stati nel 2022 1.090, tre al giorno.

Tra il 2010 e il 2016 sono stati stimati dall’Istituto Superiore di Sanità 4.410 morti all’anno attribuibili ad esposizione ad amianto.

Il problema della sicurezza sul lavoro è anche un problema di prevenzione delle malattie professionali che spesso colpiscono dopo anni.

L’edilizia rappresenta circa il 20% di questi omicidi. la caduta dall’alto resta la causa di morte più diffusa nei cantieri, seguita dal ribaltamento di mezzi e crollo materiali.
Sono aumentati anche i casi di morti da malore, collegate alle condizioni climatiche estreme che accompagnano il lavoro all’aperto in estate e all’età media degli operai, in crescita ormai da molti anni: un dato su tutti quello degli over 50, passati da essere nel 2014 il 25% del totale della manodopera a quasi il 36% nel 2021.

Invece di cantare e ballare, farsi spinelli e sballarsi, invece di pensare a gender e green, non sarà tornato il tempo di pensare alle lotte sociali, al lavoro e al proletariato?

Che questo 1 maggio svegli il popolo, che sia una 1 maggio di coscienza e lotta di classe.

È tempo di Patria e Socialismo.
Oggi più di ieri.

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