Francesco Amodeo
Il rispetto per i vertici del proprio partito è doveroso ed essenziale. La totale sudditanza ad essi è dannosa e controproducente e finisce per soffocare la crescita del partito stesso.
Voglio fare l’esempio di Democrazia Sovrana e Popolare ed il caso degli accordi per le elezioni europee.
Personalmente non mostrerò mai a nessuno i messaggi privati che arrivano sul mio cellulare. Mai lo farei. Ma chi mi legge sa a chi mi riferisco. Ho decine di messaggi di dirigenti DSP, di membri del comitato tecnico scientifico e di figure di primissimo piano del partito che mi spingevano a fare tutto il possibile per fare arrivare ad un accordo Toscano e Rizzo con De Luca per permettere al partito di bypassare la raccolta firme, la soglia di sbarramento ed essere finalmente legittimati in tutte le prossime tornate elettorali. Oltre ovviamente a dare la possibilità a Rizzo e Toscano, (qualora godessero davvero del consenso popolare che dicono di avere) di arrivare dritti a Bruxelles con il proprio simbolo con il proprio programma e con i propri valori.
Quegli stessi attivisti e dirigenti hanno subito passivamente la scelta di Rizzo e Toscano di mandare tutto all’aria. Prima con la scusa che ci fosse Castelli che non era previsto negli accordi iniziali. Ed ora arrampicandosi sugli specchi dopo l’uscita dello stesso Castelli dal progetto.
Se quei dirigenti ed attivisti si fossero fatti sentire, se avessero dimostrato di avere spina dorsale. Se avessero fatto sentire la propria voce, mandando messaggi ai loro leader invece che privatamente a me per usarmi come testa di ponte, forse oggi con l’uscita di Castelli si poteva tornare al tavolo delle trattative, che io mi sarei offerto nuovamente di mediare dato che i rapporti tra le parti sono molto compromessi dagli atteggiamenti di qualcuno ai limiti dell’infantile che in queste settimane ha dimenticato di essere un leader politico che certi commenti e certi attacchi personali non può permetterseli.
Ci tengo a chiarire una cosa per chi prova ad associare il mio nome alla parola poltrona.
Personalmente avrei soltanto svantaggi dall’entrata di Rizzo e Toscano nella lista LIBERTÀ. È ovvio che abbiamo lo stesso elettorato di riferimento. È quindi palese che le preferenze che andrebbero a me in caso di loro assenza, verrebbero ridotte di un terzo con la loro presenza nella medesima lista.
Guardate nei commenti sotto ai miei post in quanti mi scrivono che se Rizzo e Toscano non dovessero essere presenti voteranno per me, pur essendo attivisti di democrazia sovrana e popolare. È questa l’idea di gran parte della base che ha capito che il mio sforzo era anche nel loro interesse che oggi a Pasqua si ritrovano riversati su dei banchetti a raccogliere firme che in un caso o nell’altro si dimostreranno totalmente inutili.
La presenza di Rizzo e Toscano nelle ovviamente mi toglierebbe voti.
Questo nessuno può negarlo. Se loro non ci dovessero essere i voti del mondo sovranista per me si triplicherebbero.
Eppure nonostante questo ancora oggi voglio dare la mia disponibilità per rendermi mediatore di un accordo all’ultimo minuto pur di andare tutti insieme alle elezioni, bypassare la raccolta firme e superare la soglia di sbarramento. Poi che vinca il migliore. Non lasciatevi ingannare da chi vi dice che rischiamo di mandare al Parlamento Europeo qualcuno che non ci piace tanto l’alternativa sarebbe far occupare quel seggio a + Europa a Stati Uniti d’Europa a Renzi o a Calenda.
Tanto vale rischiare di occuparlo noi. Le possibilità sarebbero altissime. DSP guadagnerebbe in ogni caso l’immunità dalle firme per le prossime elezioni.
È una operazione win to win.
Si vince in ogni caso. Si perde solo non partecipando.
Resto a disposizione (anche il giorno di Pasqua) per rendermi protagonista di un accordo all’ultimo minuto tra le parti.
Un accordo che mi toglierebbe un mare di voti, personalmente. Ma che finalmente renderebbe chiaro a tutti che io guardo al progetto comune come ho sempre fatto nella mia vita.
Attivisti. Attivatevi.