Ci sono ragazze che si spaccano di lavoro friggendo patate, servendo ai tavoli, facendo le commesse in negozi affollati o alle casse strapiene del super per stipendi precari e da fame. Non vendono il corpo su onlyfans, non si prostituiscono nei porno. Non accettano il ricatto!
Perché prostituirsi nel 95% dei casi è frutto di un ricatto economico. Oggi più che mai, si creano le basi per un inferno precario e senza certezze e si propone la “salvezza”: “vendi il tuo corpo, lo compriamo noi”. Ragazze che vi prostituite: siete sfruttate, non libere e illuminate!
I media in mano al potere fanno il loro lavoro di imbonimento culturale: “che male c’è?”, “È una scelta libera”, “lo fanno tutti”. Il fine è sempre quello: che I CORPI di chi vive l’inferno economico siano A DISPOSIZIONE del denaro, del capitale, proposto come unica salvezza.
Non è quindi solo una questione morale, ma economica e culturale. l’obiettivo di porre la materia (il denaro) sopra ogni cosa intima e interiore (lo spirito, il sangue). Tutto deve essere in vendita. A ben vedere il fronte è e sarà sempre quello: il sangue contro l’oro.
E sbandierare ogni giorno in TV in faccia alle ragazze che si spaccano di lavoro, i guadagni comodi di chi si prostituisce su onlyfans o nei porno, è una grande infamia che andrebbe vietata.
E da qualsiasi punto di vista si affronti la questione, la principale soluzione è: combattere la precarietà, gli stipendi da fame, dare la possibilità a tutti di un lavoro degno e sicuro, la possibilità di comprare una casa e di metter su famiglia. Ognuno poi scelga.
da Simone Di Stefano – Exit