di Fabio C. Maguire
La polizia polacca ha fatto irruzione in un edificio diplomatico dell’ambasciata russa in Polonia.
Le autorità locali hanno forzato precisamente i cancelli della scuola russa, posta all’interno del recinto dell’ambasciata di Mosca.
Al momento dell’irruzione erano presenti circa trenta uomini e donne del personale diplomatico russo accompagnati dai rispettivi parenti e dai loro figli, i quali frequentavano la scuola in questione.
Il corpo di polizia ha intimato ai presenti di abbandonare la struttura entro 48 ore, ponendo poi catene e sigilli ai cancelli dell’edificio.
La confisca della struttura rientra nel progetto di sequestro delle proprietà russe presenti in Polonia avviato il primo marzo, con il vice cancelliere polacco Przydacz che ha affermato come “ la Russia occupa illegalmente alcune proprietà nel suo paese”.
L’ambasciatore russo ha denunciato il fatto, dichiarando come le autorità polacche stiano sistematicamente violando la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961 “invadendo il territorio di una struttura diplomatica”.
La manovra di sequestro è stata giudicata “illegale”, assicurando sul fatto che Mosca prenderà presto dei provvedimenti per rispondere a ciò che è successo.
La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha commentato affermando che “Varsavia ha violato la legge per anni: il diritto internazionale, gli accordi bilaterali, la legislazione nazionale; si comporta in modo impegnativo e illegale”.
Questa è l’ennesima istigazione di un paese occidentale ai danni della Russia che rientra nel quadro di una campagna provocatoria perseguita con criterio dal blocco del Nord Atlantico al fine ultimo di innescare una reazione della controparte.
L’obbiettivo è raggiungere uno scontro diretto con Mosca dipingendo quest’ultima come aggressore in modo speculare a quanto avvenuto in Ucraina, con il grandioso supporto dei media di regime.
I fatti di Varsavia potrebbero rappresentare un punto di non ritorno e segnare l’inizio di un nuovo conflitto su vasta scala che sconvolgerebbe il mondo.
La pazienza del Cremlino non durerà a lungo e sembra proprio che Washington e Bruxelles stiano lavorando in questa direzione.