di Ramona Castellino
L’assedio che si sta abbattendo sul nord di Gaza è qualcosa di disumano.
Continui i raid sul campo profughi di Jabaliah, causando decine decine di morti e feriti.
Unica colpa non aver obbedito al regime sionista.
Le forze dell’ordine israeliane uccidono i palestinesi per strada, mentre l’aviazione prende si mira chiunque cerchi di soccorrere i feriti.
Netanyahu e i suoi collaboratori eludono la risposta quando viene chiesto loro, dal segretario di Stato Blinken, di chiarire che non vi sia un assedio al Nord di Gaza.
E quando viene chiesto di dire pubblicamente che non vi è l’attuazione del Piano Generale, che prevede l’isolamento del nord di Gaza, il regime di sion ha dei tentennamenti.
Nonostante i timidi tentativi di negazione i fatti purtroppo sono ben diversi.
Non solo l’assedio militare, ma anche lo sbarramento degli aiuti umanitari, che ormai da giorni e giorni non possono entrare a Gaza.
Si muore sotto le bombe, si fame, si sete.
Le vittime accertate sono 42.792, di cui 74 in solo giorno e i feriti 100.421.
Ovviamente sottostimati. Impossibile calcolarne il numero reale.
In Libano siamo già a 2534 morti e 11.803 i feriti.
Timide se non timidissime le reazioni internazionali, Blinken consiglia una reazione “moderata” da parte di Israele nei confronti dell’Iran invece di condannare la carneficina fatta finora, Tajani va starnazzando ovunque sull’importanza del “diritto a difendersi” di Israele e sulla creazione di due popoli, due stati fingendo che il regime lo possa prendere in considerazione.
Le condanne arrivano solamente dal vertice BRICS allargato tenutosi a Kazan in Russia, dove i paesi membri hanno discusso di multipolarismo in alternativa all’unipolarismo a trazione USA, che possa favorire pace e collaborazione tra i popoli.
Chiedono l’immediata cessazione delle ostilità e di preservare la sovranità e l’integrità territoriale del Libano come unica strada per la pace e la stabilità del Medio Oriente.