L’assassinio del generale Soleimani fu un mero attacco provocatorio e criminale.
Il comandante dell’IRGC fu una delle figure più emblematiche del mondo islamico e in grado di intraprendere e instaurare rapporti sinergici fra i vari paesi medio orientali impegnati nella lotta contro il terrorismo e per l’autodeterminazione dei popoli.
Quello che ne sarebbe derivato è un mondo arabo unito e compatto che non avrebbe permesso all’impero americano di condurre indisturbato i propri loschi e sporchi affari e conseguentemente il suo controllo e potere sarebbe venuto meno.
Il tiranno occidentale, così come ogni despota nella storia, quando percepì che la sua egemonia fu messa in discussione reagì mostrando il suo volto più spietato e crudele, colpendo una delle figure chiave e maggiormente attive nella costruzione di un Medio Oriente libero e indipendente.
La solita falsa e inesistente lotta al terrorismo che gli USA dicono di condurre e combattere, vorrebbe giustificare il mancino e vile attentato, commissionato dall’egemone Trump, ai danni del generale a Baghdad in veste di diplomatico circa le trattative tra Theran e Ryad.
Il massacro, almeno nelle intenzioni della leadership americana, avrebbe dovuto destabilizzare la situazione in Medio Oriente, aprendo una crisi politica e militare fra i pesi islamici e permettendo così alla piovra a stelle e strisce di riacquistare e fortificare la propria autorità precedentemente criticata.
La realtà che si è delineata è lungi da quella prospettata dalla Casa Bianca e i popoli arabi, stanchi dell’arroganza e della presunzione americana, hanno fatto quadrato attorno alla figura del comandante e hanno condannato l’eccidio, definendolo un atto di “terrorismo internazionale.”
La boriosa e pretenziosa teoria secondo la quale Washington può colpire ovunque indisturbatamente e restare impunita non è più attuale e vigente.
La politica imperialista del Pentagono che vuole esportare ed imporre il capitalismo 4.0 e la dottrina globalista ai popoli del mondo non viene più apprezzata e subita passivamente.
Lo scacchiere geo-economico e geopolitico è mutato radicalmente.
Gli Stati Uniti hanno visto inimicarsi molteplici governi e paesi che sorridono oggi alla Russia e alla Cina e che chiedono di aderire all’Alleanza dei BRICS.
Il sacrificio del generale Soleimani ha gettato le fondamenta per la costruzione di un mondo multipolare, permettendo ai popoli di acquisire coscienza e di comprendere che nella lotta contro la tirannia globalista non ci sono da perdere altro che le catene.
Fabio.C Maguire