L'Italia Mensile

UNA LETTURA NON CONFORMISTA DEL VOTO EUROPEO

Antonio Catalano

Come dar torto al prof. Andrea Zhok quando dice che tra le varie analisi sbilenche del voto europeo c’è una, diffusissima, che lega il (relativo) progresso dei partiti di destra o nazionalisti all’atmosfera bellicista, secondo la logica che associa la destra alla temperie guerrafondaia? Come se la Schlein, solo per rimanere in Italia, fosse meno atlantista e guerrafondaia della Meloni.

La stampa “progressista” si allarma per il successo di Adf in Germania, ma gli piacciono i Verdi tedeschi che, oltre a combattere contro la micidiale CO2, hanno surclassato in bellicismo il leader della socialdemocrazia Scholz accusando quest’ultimo di essere timido e cedevole di fronte alla Russia. Sempre la stessa stampa si allarma per il successo del Rassemblement national di Marine Le Pen quando Macron ha mostrato di essere il capofila del partito armato europeo.

Questa stampa perbenista e conformista, oltre che bellicista, ha orrore del vento di destra sull’Unione Europeo (“il manifesto”) ma mostra piena compiacenza per quelle forze politiche che si rispecchiano nel macabro spot elettorale di von der Leyen nel quale si inneggia alla necessità di un turbo armamento europeo.

È un fatto che le forze di destra europee premiate dalle elezioni sono, ad eccezione della Meloni, contrarie alla guerra, contrarie a spedire armi in Ucraina e contrarie alle sanzioni alla Russia. Non perché siano pacifiste, ma perché sono le meno inclini a sottomettersi a novanta gradi alla direzione atlantista.

Il voto che ha favorito il “vento di destra” è solo l’espressione di una certa volontà popolare a contestare i venti di guerra, e questo sicuramente è un dato importante dal quale partire e sul quale lavorare politicamente. Un dato politico positivo è per esempio il buon risultato in Germania del Bǜndnis Sahra Wagenknecht.

Ma la notizia sicuramente più importante è il dimezzamento dei voti al partito di Macron Renaissance, che ha costretto il galletto guerrafondaio a sciogliere il parlamento e a indire in fretta e furia nuove elezioni. Perché esprime la solenne bocciatura dell’espressione europea più pericolosa e guerrafondaia. Come dice “il manifesto”, una vera e propria bomba.

Ecco, proviamo a leggere queste elezioni con lenti non deformate dai soliti stereotipi destra/sinistra: il voto europeo esprime una decisa tendenza non contro i “venti di destra”, ma contro i venti di guerra. E scusate se è poco.

10 giugno 2024

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