La resistenza al Golpe Globale del Great Reset ha frantumato il 900 e ha superato lo scontro destra sinistra tanto caro al regime.
Prima del 2020 auspicavamo la pace tra Don Camillo e Peppone, perché la saldatura tra dato nazionale e quello popolare, quello cristiano e quello sociale era ed è l’elemento di forza di un fronte di liberazione.
Superare le ideologie del passato in nome del popolo.
Andare oltre gli sconti del passato per affrontare un nemico comune, terribile, feroce: il globalismo!
Ci siamo riusciti nelle piazze e nelle mobilitazioni.
Ci siamo riusciti innalzando il Tricolore come unico vessillo di lotta e resistenza.
Ci stiamo riuscendo lavorando su una nuova dottrina rivoluzionaria che valorizzi tutto il passato e la storia italiana ed europea (senza storture ideologiche e storiografici, senza anti e veti, senza faziosità e partigianerie…) e unisca le forze dissidenti del popolo.
Abbiamo scoperto Viganò, Fusaro e Dugin.
Abbiamo lanciato una sintesi nazional-popolare che ha coniugato Fede, Patria e lotta sociale.
Ogni rivoluzione ha bisogno anche del suo saluto.
Saluto unificante e popolare.
Pugni chiusi?
Mano aperta?
NO!
Salutiamo con le Tre Dita aperte.
Come i fratelli serbi che si sono opposti alla Nato.
Come nel Donbass.
Come in Palestina.
Da secoli questo saluto significa vittoria, rappresenta la Trinità Cristiana. Significa Dio, Patria e Famiglia.
Significa una terza via contro destra e sinistra.
Significa, come la Santissiama Trinità, unità nella pluralità.
Un saluto di lotta e di vittoria.
Che va oltre gli schemi del passato e può e deve diventare il saluto del nuovo fronte del dissenso.