Aleksandr Dugin
Il problema principale nel 2024 sarà lo stesso problema fondamentale di prima: è il confronto fra due ondate: l’ondata calante dell’ordine mondiale unipolare con l’egemonia degli Stati Uniti e dei Paesi dell’Occidente collettivo e l’ondata nascente del mondo multipolare incarnata dai BRICS-10.
Questo problema è sorto non ora, ma quando l’Occidente, dopo aver ricevuto per un momento storico una parvenza di dominio planetario esclusivo (dopo il crollo dell’URSS), non è stato in grado di mettere in pratica la sua leadership, per cui nuovi poli sovrani – Russia e Cina – hanno iniziato ad affermarsi. Altri poli sono in arrivo: India, civiltà islamica, Africa e America Latina. Complessivamente, i centri di potere sono sette, compreso l’Occidente. Sei di essi si sono uniti nei BRICS, iniziando a costruire un ordine multipolare.
L’Occidente continua ad aggrapparsi alla sua egemonia e attacca gli avversari più pericolosi del suo dominio: Russia, Cina e mondo islamico. Tutto questo non è iniziato oggi, ma già nei primissimi anni 2000. Ma l’attuale mappa politica contrastante del mondo è stata acquisita negli ultimi anni, e soprattutto dopo l’inizio della SMO in Ucraina, che è stata la prima guerra calda del mondo multipolare contro il mondo unipolare.
Prima di allora – specialmente durante il primo mandato del Presidente Trump e a causa dell’ascesa del populismo in Europa – sembrava che uno scontro diretto sarebbe stato evitato, che l’Occidente avrebbe accettato pacificamente il multipolarismo, cercando di reclamare il posto che gli spetta nell’ordine mondiale post-globalizzazione. Questo è ciò che Trump aveva in mente quando ha chiesto di prosciugare la palude globalista negli stessi Stati Uniti, ma finora la palude è riuscita a prosciugare lo stesso Trump e, durante il periodo del più paludato Presidente Biden, a scatenare un sanguinoso conflitto in Ucraina, scagliando tutte le forze dell’Occidente collettivo contro la Russia come polo più importante del mondo multipolare.
Il risultato principale dello scorso 2023 è stata l’interruzione da parte della Russia della controffensiva ucraina, che per i globalisti è stato il momento decisivo dell’intero conflitto. Essi hanno dato al regime nazista di Kiev il massimo sostegno con armi, finanziamenti, risorse politiche, informative e diplomatiche; allorché la Russia ha mantenuto le proprie posizioni e ha iniziato a preparare la propria offensiva, si è scoperto che tutto era stato vano.
Tuttavia, finché i globalisti saranno al potere negli Stati Uniti, intendono continuare la guerra e, a quanto pare, non solo fino all’ultimo ucraino, ma fino all’ultimo globalista.
Alla fine del 2023, tuttavia, si è aperto il secondo fronte della guerra tra mondo unipolare e multipolare. Questa volta l’avanguardia dell’Occidente in Medio Oriente – lo Stato di Israele – in risposta all’invasione di Hamas ha iniziato un genocidio sistematico della popolazione di Gaza, senza fare i conti con nulla. Gli Stati Uniti e l’Occidente collettivo hanno appoggiato pienamente le azioni di Tel Aviv, tracciando così una nuova linea di faglia: l’Occidente contro la civiltà islamica.
I neocon americani erano già su questa spirale all’inizio degli anni 2000, che ha portato all’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, e poi al sostegno agli islamisti radicali in Libia, Siria, ecc. Ora l’Occidente si trova di nuovo di fronte al mondo islamico, guidato dai palestinesi, dagli Houthi yemeniti, dagli Hezbollah libanesi e dall’Iran.
Inoltre, nell’Africa occidentale, altro trampolino di lancio della lotta anticoloniale contro l’unipolarismo e per il multipolarismo, è emersa un’alleanza tra i Paesi più determinati, ovvero Mali, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Gabon e Niger, dove si sono verificati una serie di colpi di Stato antiglobalizzazione. Anche in questo caso, quindi, sta emergendo un nuovo fronte.
Infine, il Venezuela, il cui legittimo governante Nicolas Maduro gli Stati Uniti hanno cercato di sostituire con il fantoccio Guaidò, con un fiasco totale, è entrato in un conflitto territoriale sulle aree contese della Guyana-Essekibo con il fantoccio filo-atlantista Guyana Britannica. Il presidente argentino Javier Milei, pur rifiutando di integrarsi con i BRICS, ha invitato l’Inghilterra a riconsiderare la questione delle Malvine. È così emerso un altro fronte di lotta in America Latina.
Ci siamo così avvicinati al nuovo anno, il 2024, ove tutte le tendenze sono proseguite ad un ritmo accelerato. Le tensioni per gli Stati Uniti in Medio Oriente crescono di giorno in giorno. La guerra in Ucraina continuerà sicuramente, e ora l’iniziativa è dalla parte della Russia.
Dobbiamo anche aspettarci un’escalation del conflitto su Taiwan, dove gli Stati Uniti hanno spinto l’elezione del candidato anti-cinese Lai Qingde, un’ulteriore escalation in Medio Oriente, la continuazione delle rivoluzioni anticoloniali in Africa e l’escalation delle contraddizioni in America Latina in una fase calda.
L’UE è in declino e si sta sollevando un’ondata di populisti anti-élite e anti-liberali, sia di destra che di sinistra.
Ci sono persone di sinistra come Sarah Wagenknecht e il suo nuovo partito. La “Sarah rossa” sta diventando il simbolo della sinistra antiliberale europea.
Esiste anche una componente di destra, malconcia, ma che in molti Paesi europei rappresenta la seconda forza politica più importante.
Ad esempio, Marine Le Pen in Francia. In Germania, l’Alternativa per la Germania sta guadagnando forza. In Italia, nonostante la debolezza liberale del premier Giorgi Meloni, la metà destra della società non è andata da nessuna parte. Tutto il populismo di destra è rimasto tale e quale, senza evolversi.
C’è l’Occidente globalista che cerca di spacciarsi per l’intero “Occidente”, e ci sono la destra e la sinistra antiglobalizzazione, oltre a un enorme strato di filistei occidentali che costituiscono la “maggioranza silenziosa”. Questa è la cosa più importante: la persona media europea non capisce assolutamente nulla di politica.
Gli europei e gli americani comuni non riescono a stare dietro alle richieste di cambiare sesso, di castrare forzatamente i propri figli, di sposare capre, di accogliere e sfamare altri migranti, di mangiare scarafaggi, di recitare preghiere della buonanotte a Greta Thunberg e di maledire i russi. L’uomo comune occidentale, il piccolo borghese, è il pilastro principale del mondo multipolare, è il nucleo del vero Occidente, non la parodia sinistra in cui le élite liberali globaliste lo hanno trasformato.
È molto probabile che nel 2024 tutte queste linee di faglia – guerre e rivoluzioni, conflitti e rivolte, ondate di attacchi terroristici e nuovi territori di genocidio – si trasformino in qualcosa di enorme. La marea discendente di un mondo unipolare sta già lasciando il posto a quella crescente di un mondo multipolare.
È inevitabile.
Il drago del globalismo è ferito a morte, ma sappiamo quanto sia pericolosa l’agonia di un drago dolente. L’élite globale dell’Occidente è impazzita. Ci sono molte ragioni per credere che il 2024 sarà qualcosa di terribile. Siamo a un passo dalla guerra mondiale, su tutti i fronti. Se non è possibile evitarla, non resta altro da fare che vincerla.
È necessario finire il drago per liberare l’umanità e lo stesso Occidente, che è la sua prima vittima, dal suo fascino malvagio.
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini
(Fonte: https://t.me/ideeazione)