di Ramona Castellino
Le elezioni in Moldavia mettono in evidenza come le “democrazie occidentali” altro non siano che una dittatura mascherata, globalista, dominata da un pensiero unico dominante e moralmente decadende.
Vince le elezioni presidenziali per una manciata di voti, la candidata filo-occidentale Maia Sandu.
Nonostante le forti ingerenze occidentali, incapaci di concepire la democrazia laddove il voto popolare non rispecchia il volere dei globalisti, la Sandu si ritrova un paese spaccato in due.
Fioccano le congratulazioni della Von der Layen e degli altri leader europeisti nonostante da festeggiare non ci sia proprio nulla perché il voto ha solamente evidenziato come la vittoria della presidente moldava altro non è che una falsa vittoria, che si basa sui voti dei moldavi residenti in Europa, mentre il candidato all’opposizione stravince nella Repubblica Moldava.
Nulla conta che in un territorio come quello della Federazione Russa, fosse possibile votare solamente un due seggi che per altro erano sprovvisti di schede elettorali. Solamente in Italia sono stati allestiti all’incirca 60 seggi e questo dato fa capire come al mezzo milione di moldavi in Russia, sia stato de facto impedito di votare.
Ma per la democratica Europa era impossibile concepire che la loro candidata (con doppia cittadinanza moldava e rumena, che ha completato gli studi negli Stati Uniti grazie ai fondi Soros, esponente LGBT con relativa compagna in America) non fosse quella che il popolo moldavo ha votato.
Poco importa che con un paese diviso in due, la Moldavia possa subire la stessa sorte dell’Ucraina.