Carla Peroni
Facciamo nostre le parole del coordinatore nazionale di Dsp Marco Rizzo sulle elezioni americane: “Stare con Trump significa stare contro la guerra”. Così come condividiamo la posizione del movimento giovanile di Democrazia Sovrana Popolare: “Trump Kennedy l’unica scelta possibile contro i globalisti!”.
Da tempo abbiamo compreso, noi sovranisti popolari, che proprio dagli Usa, terra del deep state e del globalismo, può venire una grossa spallata contro il potere mondialista a trazione americana.
Anche l’asse tra l’ex Presidente americano e l’ex democratico è un segnale verso una nuova teoria e sintesi politica contro i vecchi schemi e la falsa dicotomia destra sinistra.
A conforto delle nostre posizioni sono arrivate le dichiarazioni del figlio di Trump e di Robert Kennedy: “Subito de-escalation e aprire negoziati diretti con la Russia. Il New York Times ha riferito che l’amministrazione Biden sta valutando di consentire all’Ucraina di usare armi di precisione a lungo raggio fornite dalla NATO contro obiettivi in profondità all’interno della Russia. Una decisione del genere metterebbe il mondo a un rischio maggiore di conflagrazione nucleare rispetto a qualsiasi altro momento dalla crisi missilistica cubana”.
Lo hanno scritto su “The Hill”, il figlio di Trump, Donald Trump junior, e Robert Kennedy junior.
“In un momento in cui i leader americani dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di una via di fuga diplomatica per una guerra che non avrebbe mai dovuto aver luogo, l’amministrazione Biden-Harris – proseguono Trump e Kennedy junior – sta invece perseguendo una politica che la Russia afferma che interpreterà come un atto di guerra. Nelle parole di Vladimir Putin, gli attacchi a lungo raggio in Russia significheranno che i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i paesi europei, sono in guerra con la Russia. La logica degli analisti sembra essere che se si stuzzica un orso cinque volte e non risponde, è sicuro stuzzicarlo ancora più forte una sesta volta. Una strategia del genere potrebbe essere ragionevole se l’orso non avesse denti. I falchi dell’amministrazione Biden sembrano aver dimenticato che la Russia è una potenza nucleare. Hanno dimenticato la saggezza di John F. Kennedy, che nel 1963 disse: Le potenze nucleari devono evitare quegli scontri che portano un avversario a una scelta tra una ritirata umiliante o una guerra nucleare. Dovremmo prendere sul serio questo consiglio”.
Trump e Kennedy junior hanno inoltre affermato: “Putin ha segnalato numerose volte che la Russia avrebbe usato armi nucleari in circostanze estreme. A settembre 2022, Putin affermò: Se l’integrità territoriale del nostro Paese è minacciata, useremo senza dubbio tutti i mezzi disponibili per proteggere la Russia e il nostro popolo: questo non è un bluff. A marzo 2023, ha stretto un accordo con la Bielorussia per stazionare lì armi nucleari tattiche. All’inizio di questo mese, il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha annunciato che la Russia avrebbe modificato la sua dottrina nucleare in risposta al coinvolgimento occidentale nella guerra in Ucraina. Immaginate se la Russia fornisse a un altro paese missili, addestramento e informazioni di puntamento per colpire in profondità nel territorio americano. Gli Stati Uniti non lo tollererebbero mai. Non dovremmo aspettarci che lo tolleri neanche la Russia. Questo gioco del nucleare è andato abbastanza lontano. Non possiamo avvicinarci più di così al limite. E per cosa? Per indebolire la Russia? Per controllare i minerali dell’Ucraina? Non è in gioco alcun interesse americano vitale. La febbre della guerra nell’establishment della politica estera statunitense è a un livello tale che è difficile dire se credono alla loro stessa retorica. Nel dibattito di martedì scorso, la vicepresidente Kamala Harris ha evocato immagini di forze russe che avanzano in Europa. Di sicuro deve sapere quanto sia assurdo. Per prima cosa, la Russia riesce a malapena a strappare qualche provincia all’Ucraina, che non è affatto una delle grandi potenze europee. In secondo luogo, la Russia ha reso molto chiari i suoi obiettivi di guerra fin dall’inizio, in particolare la neutralità ucraina e la fine dell’espansione verso est della NATO. Centinaia di migliaia di vite perse e centinaia di miliardi di dollari dopo, nessuno sta meglio, né l’Europa, né l’America e certamente nemmeno l’Ucraina. E’ giunto il momento di una de-escalation di questo conflitto. Questo è più importante di qualsiasi questione politica su cui la nostra nazione discute. Una guerra nucleare significherebbe la fine della civiltà come la conosciamo, forse persino la fine della specie umana. L’ex presidente Donald Trump ha giurato di porre fine a questa guerra, ma quando entrerà in carica, potrebbe essere troppo tardi”.
Hanno concluso a chiare lettere: “Dobbiamo chiedere, subito, che Harris e il presidente Biden invertano la loro folle agenda di guerra e aprano negoziati diretti con Mosca”.
Le parole di pace del figlio di Trump e dell’erede Kennedy sono arrivate fino in Russia e persino condivise e rilanciate dal filosofo Alexander Dugin.
È tempo di Pace.
È tempo di una nuova internazionale… anti-globalista, sovrana e popolare.