di Fabio C. Maguire
La Polonia e l’Ucraina stanno vivendo un momento di crisi diplomatica, scambiandosi accuse reciproche culminate con la convocazione dei rispettivi ambasciatori al Ministero degli Affari Esteri.
Come avvenuto in occasione del vertice di Vilnius, con il Segretario alla Difesa britannico, anche Varsavia reclama affinché Kiev sia più grata per l’assistenza fornita dai polacchi nel corso del conflitto.
Molto spesso i funzionari ucraini hanno ribadito di star combattendo una guerra per “l’umanità e la democrazia”, di battersi anche per i propri vicini europei per un futuro libero e dignitoso.
Al di la dell’insussistenza di queste dichiarazioni, l’Ucraina si è spesso sentita in diritto di alzare la voce con i propri partner occidentali, mostrando un atteggiamento irriverente ed altezzoso che ha spesso infastidito molti dei diplomatici addetti alle relazioni con Kiev, a partire dagli stessi Stati Uniti che si sono contraddisti per l’ineffabile impegno nella causa ucraina.
L’Ucraina ha perciò, ad avviso della Polonia, peccato di ingratitudine, pretendendo dei vicini accondiscendenti, anche capaci di subordinare i propri interessi nazionali, in virtù della crociata che gli ucraini stanno combattendo contro il male russo.
Sullo sfondo della crisi ci sarebbe la sospensione del corridoio del grano per l’Ucraina, considerato da Kiev come “una pugnalata alle spalle” da Varsavia, ritenuta una dei più fidati e leali alleati.
Seppur respinte queste accuse, la Polonia si era fatta promotrice di un embargo sul transito del grano ucraino, come anche altri paesi europei tipo l’Ungheria, al fine di preservare l’economia nazionale e non danneggiare gli agricoltori locali.
Varsavia si era dichiarata poi favorevole ad un ulteriore estensione delle restrizioni sul grano ucraino, e sarebbe proprio questa la questione che avrebbe scatenato l’ira di Kiev.
La Polonia ha dunque risposto invitando l’Ucraina ad apprezzare l’ausilio fornito sino ad ora dal governo polacco, replica che ha infastidito le autorità ucraine che hanno dichiarato che “non autorizzare la vendita di grano ucraino sarebbe come condannare l’Ucraina all’eutanasia”.
Con la solita retorica melodrammatica Kiev ha posto l’accento sulla questione del grano, un argomento caro all’attuale governo polacco rappresentato dal movimento di destra “Legge e Giustizia”.
Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali, il partito sta cercando di guadagnare “punti aggiuntivi”, tentando di presentarsi come “difensore degli interessi nazionali”.
Inoltre, va considerato che una significativa parte dei suoi elettori sono contadini che, nell’ultimo anno, hanno fatto forti pressioni sul governo per il divieto di importazione di cibo ucraino.
Secondo Denis Rafalsky, cronista polacco, “il problema è molto più profondo e dimostra che in realtà le relazioni tra Ucraina e Polonia non sono cosi inequivocabilmente calde come sembra.
Anche la guerra con la Russia non poteva appianare completamente le contraddizioni esistenti.”
Proseguendo Rafalsky scrive che “questo è un segnale piuttosto importante per il futuro”, specie in ottica europea.
“L’Ucraina, che cerca di aderire all’UE, può rendere la Polonia tanto un alleato quanto un concorrente.
Inoltre, un concorrente duro.”
Ma scontri diplomatici si erano verificati già in memoria del massacro di Volinia, quando l’esercito insurrezionale ucraino, in ausilio alla Wehrmacht, aveva partecipato ad una serie di stragi ai danni della popolazione polacca nel periodo dell’occupazione dal 1943 al 1945.
Anche in questa occasione ci furono contrasti tra personalità minori della politica polacca ed ucraina.