di Fabio C. Maguire
Dopo l’assassinio di Sayyed Razi Mousavi, avvenuto recentemente in Siria ad opera dell’esercito israeliano, il leader dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, Hossen Salami, ha dichiarato che la vendetta contro Israele sarà “seria e dura” e porrà il punto sull’entità sionista.
Il generale iraniano ha proseguito la sua esposizione in un clima di altissima tensione, cristallizzato dalle recenti rivelazioni dei pasdaran che hanno rivendicato l’attacco del 7 ottobre su Israele definendolo una rappresaglia per l’uccisione del Comandante iraniano Qasem Soleimani avvenuto nel 2020 in un aeroporto di Baghdad.
Queste dichiarazioni arrivano in un contesto di crescenti tensioni in Medio Oriente dove l’intensificarsi degli scontri con l’esercito israeliano, specialmente in Siria e Libano, e il susseguirsi degli attacchi degli Houthi sostenuti dall’Iran nel Mar Rosso, potrebbero avere un significativo impatto sulla stabilità globale, con la conseguenza di un inesorabile scontro diretto tra Teheran e Washington.
Ad avallare l’idea che l’Iran stia sfidando apertamente l’Occidente e il suo enclave israeliano, sopraggiunge un ulteriore dichiarazione di Teheran che afferma di aver colpito un imbarcazione giapponese, di un proprietario israeliano, a pochi chilometri di distanza dalle coste indiane con un drone d’attacco.
Questa azione arriva come atto di solidarietà all’iniziativa degli Houthi che in Yemen stanno bloccando il passaggio delle navi occidentali dirette verso il Canale di Suez per protestare contro il genocidio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza.