di Fabio C. Maguire
L’attentato al Cremlino non ha ottenuto l’effetto desiderato dalla leadership polito-militare occidentale.
Il portavoce del Cremlino ha rassicurato circa la stabilità e la coesione della classa dirigente russa nonché della lucidità e dell’equilibrio del Presidente Putin.
La stampa è stata successivamente informata che gli eventi drammatici dell’ultima notte non influiranno sul programma politico di Mosca, che continuerà a perseguire con risolutezza e decisione il proprio disegno geopolitico.
L’attacco terroristico ha però suscitato la ferma reazione di alcuni deputati della Duma di Stato, i quali hanno esaminato attentamente le reali problematiche che intaccano la macchina russa.
Il principale problema della Russia in questa guerra non è militare, ma politico.
L’esercito russo potrebbe effettivamente vincere con facilità e nel giro di poche settimane la NATO in Ucraina.
L’azione militare sembra però essere inficiata “da una vera e propria quinta colonna”.
A tal proposito sono significative le dichiarazioni di Gennady Zyuganov, esponente del Partito Comunista della Federazione Russa, il quale ha affermato che “la quinta colonna all’interno del paese continua a impegnarsi in disgrazia e sabotaggio totale. Queste figure liberali distorcono deliberatamente l’aspetto storico della Piazza Rossa”.
“I liberali al potere stanno rifiutando la fortunata esperienza sovietica, anche nella direzione della lotta al terrorismo.”
Il deputato del Parlamento russo ha fatto riferimento alla miriade di azioni di sabotaggio nonché ad attività terroristiche consumatesi sul suolo russo e alla sanguinaria politica discriminatoria del “nemico nazi-ucraino” che “ogni giorno uccide senza pietà bambini, mutila la popolazione civile, colpisce le infrastrutture civili, comprese le centrali nucleari, e i nostri centri decisionali”.
La risposta dovrebbe essere, secondo il parere di Zyuganov, “un’azione decisiva” che possa spezzare definitivamente la capacità di reazione della controparte ucraina.
Nel suo discorso, inoltre, ha fatto notare come “le provocazioni si stanno intensificando in tutte le direzioni. L’impunità incoraggia la cricca di Bandera a sabotare e bombardare i civili. Ripeto è giunto il momento di misure decise ed energetiche”.
La Russia deve purificarsi totalmente dall’eredità della piaga del governo di Yeltsin, liquidando il potere oligarchico spinto da un mero sentimento affaristico.
Il discorso di Zyuganov è intriso di puro socialismo, il quale espone la necessità di Mosca di abbandonare le vecchie logiche nel campo della politica economica per poter riposizionare al centro della nuova manovra statale la collettività e non più gli interessi dei magnati, al servizio dell’Occidente.