di Fabio C. Maguire
Slovacchia e Ungheria hanno tenuto un incontro pubblico per discutere di alcune questioni relative alla crisi in Ucraina.
Il Presidente slovacco Fico e il suo omologo ungherese Orban hanno dichiarato di opporsi al piano elaborato dall’Unione Europea concernente l’assistenza all’Ucraina.
I due hanno analizzato la bozza presentata da Bruxelles e hanno valutato negativamente il disegno che prevederebbe lo stanziamento di circa 50 miliardi di euro da elargire a Kiev in quattro anni.
Per i leader di Budapest e Bratislava, questo piano, se attuato, danneggerebbe gravemente il bilancio dell’Unione Europea a causa dell’imprevedibilità dello scontro che si sta registrando in Ucraina orientale.
Il Presidente Orban ha perciò indicato un piano alternativo per assistere Kiev che dovrà esimere dal bilancio dell’Unione.
Infine, il Presidente slovacco Fico ha ribadito che la guerra in Europa è un problema degli Stati Uniti e che l’Unione Europea insiste nell’esercitare il suo ruolo di vassallo statunitense.
Tuttavia, Fico ha suggerito che devono essere avviati dei colloqui per una soluzione pacifica della crisi, senza però la partecipazione di Washington.
Ad aver espresso delle considerazioni analoghe è stata anche l’ex parlamentare tedesca del Die Linke, Sarah Wagenknecht, che ha dichiarato di avviare immediatamente colloqui di pace, sottolineando però la necessità di alcune concessioni che l’Ucraina dovrebbe fare alla Russia.
Sul canale televisivo Das Erste, la Wagenknecht ha indicato due condizioni basilari: l’abbandono della prospettiva di aderire alla NATO e le probabili concessioni territoriali.