Antonio Catalano
Ho letto e ascoltato molto sui fatti siriani, non ho la presunzione di aggiungere nulla, solo una cosa: grande è la confusione che regna sotto il cielo, e, almeno per il momento, la situazione non sembra per niente eccellente.
Nel nostro Occidente si millanta la presa di Damasco come la fine di un regime spietato, e grazie a quelli che fino a poco fa erano considerati feroci terroristi, tagliatori di gola.
Il fatto è che comunque Damasco è caduta come una pera cotta.
Da quanto mi sembra di capire, Assad non è riuscito in questi ultimi anni a consolidare una rete di rapporti che tenessero conto delle diverse provenienze tribali, in modo da ricucire quel fondamentale tessuto senza del quale non si poteva tenere in piedi un Stato molto provato dai continui attacchi subiti negli ultimi anni, rimanendo in piedi solo e grazie all’intervento della Russia senza la quale avrebbe già da tempo tracollato.
Quello che colpisce nel nostro “mondo libero” è l’uso sconsiderato della menzogna, associata ad un’ipocrisia senza vergogna.
Stampa e tv si sono precipitati a descrivere i nuovi occupanti delle sedi istituzionali di Damasco come bravi ragazzi, così come lo erano i nazisti del battaglione nazista ucraino Azov.
Un’informazione corrotta fino al midollo, nient’altro che zelante ripetitore dei servizi angloamericani.
Un’ “informazione” che ha taciuto sul colpo di stato in Romania dove non si è potuto votare al secondo turno delle presidenziali perché il candidato Georgescu non piaceva agli ambienti atlantici; che ha avvallato l’operazione in stile Maidan congegnata nella capitale della Georgia, Tblisi, dove la presidente uscente (cittadina francese, che ha ricoperto incarichi diplomatici per conto della Francia!) si è rifiutata di riconoscere il nuovo parlamento.
Un’informazione sotto tallone della Nato, un’informazione di guerra, perché la popolazione rimanga ignorante e malleabile.