“Cambiare affinché tutto non cambi mai”.
Un caso italiano…
di Ramona Castellino
Ci dispiace sottolineare e rimarcare il nostro “Ve lo avevamo detto” in merito al nuovo governo a guida Meloni e a tutte quelle che sono le considerazioni del caso.
Che in era Covid abbiamo assistito allo stupro della nostra Costituzione, osannata sul palco dell’Ariston ad uso e consumo della propaganda di Stato, da parte non solo del governo Conte prima e di Draghi poi, ma anche di tutta quella “opposizione” che dopo aver appoggiato leggi liberticide, oggi mostra il suo volto più feroce.
Che la destra bluet, filo Nato, guerrafondaia, serva del padrone a stelle e strisce non fosse altro che un’ala, insieme alla sinistra arcobaleno, della stessa aquila neoliberale era già chiaro, nonostante la campagna elettorale sbandierata da tutto il centro destra per rastrellare i voti di quella fetta del dissenso che aveva riposto le sue speranze di libertà e giustizia nella nuova “lady di ferro”.
Oggi assistiamo a nuove e strumentali “emergenze” in nome delle quali, pezzi delle nostre libertà vengono cedute in nome di quel “pensiero unico dominante”, caro quindi, non solo alle sinistre, ma anche a questa destra, che fa come suo cavallo di battaglia la repressione come sua arma più potente.
Perché si può dissentire, ma solo se il dissenso è un dissenso controllato che si muova nel perimetro delineato da chi, sia ieri sia oggi, ha fatto passare il green pass come strumento di libertà e l’invio di armi all’Ucraina come strumento di pace.
Esempio lampante è il caso del Magistrato Angelo Giorgianni (presidente dell’OMV), noto e stimato giudice, il quale fu sospeso dalle sue funzioni durante il governo Draghi per le sue idee in merito al Green Pass.
Il Magistrato Giorgianni viene perseguito a causa della sua partecipazione alla ormai famosa giornata del 9 Ottobre 2021, che il mondo del dissenso celebra come una “pentecoste di libertà”, a differenza di chi governa, Conte, Draghi o Meloni che sia, che a suon di processi, denunce e arresti fanno sprofondare la nostra Democrazia in un baratro senza fine, punendo ormai anche il pensiero e le idee.
Nei confronti di Giorgianni, due magistrati contitolari con la Presidenza del Consiglio dell’esercizio dell’azione disciplinare – con fermezza e in due occasioni diverse – hanno confermato che non vi è il presupposto per un’azione disciplinare in quanto il diritto d’opinione è sancito in modo inequivocabile dalla nostra Carta Costituzionale.
Oggi, la Presidenza del Consiglio attuale, Giorgia Meloni, ignorando le precedenti decisioni, persegue nuovamente il magistrato Giorgianni, che come unica colpa ha quella di aver avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di ritenere illegittimo, come forse avrebbero dovuto fare tutti i suoi colleghi, l’introduzione del Green Pass e che fosse stato fatto un abuso del potere da parte del governo a norme costituzionali e internazionali.
Ed è proprio questo il motivo per il quale due magistrati, in occasione di due diverse sentenze, hanno confermato che non vi sono i presupposti per un’azione disciplinare a carico del magistrato Giorgianni.
A fronte di questo vi è anche un’altra questione che porgiamo all’attenzione: si può definire democratico un governo che ritiene illegittimo e perseguibile un uomo per aver esposto la sua idea?
È democratico un governo che imbavaglia i pensieri e le parole e usa e plasma a suo piacimento sia la nostra Costituzione che i nostri diritti inalienabili?
Cosa è chiaro dai precedenti governi?
La risposta sembra essere piuttosto evidente.
Quella che era un’opposizione null’altro era che un’opposizione fittizia e funzionale nel perseguire quello che oggi abbiamo e cioè un “partito unico” sostanzialmente identico ai precedenti nella forma e più cattivo nella sostanza, che idolatra ed è proselito di quel “pensiero unico dominante” che la globalizzazione e il nuovo capitalismo 4.0 vogliono imporre.
E guai a dissentire!
La nuova “Tacher” sembra essere la candidata ideale al raggiungimento di tale scopo.
Tutta la comunità militante di Italia Libera, il fronte della resistenza e la redazione de L’Italia Mensile, il Presidente del Movimento Carlo Taormina danno piena ed inconizionata solidarietà al combattente Giorgianni, concludendo con le sue parole, dette proprio nel giorno della “pentecoste di libertà”, perché siano da esempio per tutto quel famoso mondo del dissenso, oggi addormentato e abbindolato da troppi pifferai magici, affinché capisca che il pensiero, gli ideali e le libertà vanno difese e conquistate e che non saranno mai soggetti a processo.
“In nome del popolo italiano il Green Pass è abrogato. Oggi il popolo sovrano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere. Oggi il popolo sovrano reclama giustizia per i morti che hanno causato, per le privazioni, per i nostri figli e per la sofferenza. E noi per loro vogliamo un processo, una nuova Norimberga. E allora qua davanti a voi voglio dire, da magistrato: sono venuto a onorare il popolo sovrano, il popolo di Roma! E a coloro che dicono che la mia posizione è incompatibile con il popolo, dico: io tra voi e il popolo scelgo il popolo sovrano e lascio la toga, lascio la toga”.