L'Italia Mensile

Servono rivoluzionari, insorgenti o cosa?

Siamo rivoluzionari? Certo. E nel senso più profondo del termine.
Accettando la definizione “scolastica” di rivoluzione come “cambiamento radicale” che abbia effetti permanenti nel tempo, oggi, in pieno dominio globalista, siamo senza dubbio rivoluzionari.
Ma, siamo consapevoli che, sviscerando fino in fondo i concetti, in altre epoche e contesti avrebbero potuto definirci “contro rivoluzionari”.

Il fatto è che quando il sistema di potere dominante diventa indegno agli occhi di gran parte della popolazione, inizia a serpeggiare nella società il desiderio di “Rivoluzione”, basta: serve un cambiamento radicale e permanente, nessun compromesso con il sistema precedente è accettabile.

La Rivoluzione, anche sul piano strettamente simbolico, rappresenta il bisogno di palingenesi e di cambiamento: è il ribaltamento di quelle prassi e dinamiche che nessuno intende più riconoscere come valide e legittime.

Si tratta di un processo che, in un certo senso, ricorda la maieutica di Socrate.

Come una brava ostetrica, infatti, il rivoluzionario tira fuori dalle viscere della società un nuovo modello già vivo ed esistente. Insomma, la Rivoluzione è vita.
Quella vita che i dominanti da decenni massacrano con l’aborto legale e gratuito, quello che anche i “conservatori” oggi definiscono “conquista di civiltà”

Paradossalmente, però, dalla rivoluzione francese alla caduta del muro di Berlino, e fino ad oggi, sono stati gli “illuminati” e le oligarchie globalizzate e vincenti, le peggiori élites, a utilizzare il metodo della “Rivoluzione”e, poi, della “Rivoluzione permanente”.
Grazie a una sorta di caos organizzato, continuano, rivedute e aggiornate, a seminare ovunque le stesse idee astratte, causa prima di infiniti e strumentali conflitti per legittimare e rinsaldare il controllo delle tecnocrazie. Senza mai dimenticare, però, di invocare, seppure con altre parole, quella “volontà generale” che si auto incaricano di rappresentare, insomma: per il bene del popolo, e se il popolo non è d’accordo, se il Bene non lo vuole, peggio per lui!

Un commento su “Servono rivoluzionari, insorgenti o cosa?

  1. Non c’è dubbio che per me siate (e a questo punto siamo) dei rivoluzionari e aborro dall’idea che qualcuno vi/ci possa considerare contro-rivoluzionari

    Ciò da quando Io da disperato no-vax vidi già nel marzo 2020 , una luce di speranza rappresentata da un pugno di italiani coraggiosi armati solo di un Tricolore e di un megafono

    Il terribile problema che – a mio avviso – ora ci troviamo davanti è quello che nell’articolo si sfiora: le Rivoluzioni dell’epoca moderna : quella americana, quella francese e quella bolscevica (e aggiungerei quella luterana che forse ne è la “madre”)…sono state frutto di elites.

    Esse hanno saputo amalgamare ciò che la sapienza cristiana medioevale aveva bollato come “sterco del demonio” (il denaro), con un “uso” della scienza ridotta a mero “metodo” e in ultima istanza a culto della “tecnica”

    Se qualcosa si può fare ebbene si deve fare….anche a costo di HIROSHIMA e NAGASAKI

    Nella drammatica situazione attuale( che qualcuno definisce apocalittica) le elites dispongono di mezzi tecnologici di cui mai la umanità è stata in possesso.

    E quel che è inedito è che grazie ad un uso sapiente delle neuroscienze e della psicoanalisi, hanno saputo innestare un processo di omogeneizzazione tale che la stessa dicotomia dominati/ dominanti sfruttati/sfruttatori ….è divenuta impercettibile (siamo onesti) alle coscienze (si fa per dire) nella società massificata.

    Siamo una minoranza ma sicuramente non siamo controrivoluzionari perché l’alleanza globalista che va da Bill Gates a Fauci , passando per FMI, OMS , BCE e via s-globalizzando è rivoluzionaria tanto quanto non lo furono le rivoluzioni dell’epoca moderna

    E forse fra pochissimo quella che l’ “amerikano” EZRA POUND definiva la GUERRA DEL SANGUE CONTRO L’ORO…servirà a noi ma anche a quella palude melmosa che è il mainstream come l’unico modello interpretativo di ciò che sta avvenendo

    Forse gli apprendisti stregoni del WEF e via s-globalizzando hanno senza volerlo innestato un meccanismo senza ritorno….anzi il ritorno del nietzschiano UMANO TROPPO UMANO fatto di trincee e di uomini che nelle trincee abbracciandosi prima dell’assalto si riconoscono umani

    Piazza del POPOLO nell’estate del 2021, , la resistenza del Porto dell’italianissima Trieste, i sabati dei fantasiosi cortei milanesi , e , per finire, la PENTECOSTE DI LIBERTA’ DEL 9 0TT0BRE 2021…di quella guerra devono rappresentare solo l’inizio….non dobbiamo celebrarli ma solo trarre da essi forza morale e ispirazione per affiancare al TRICOLORE E AL MEGAFONO CON CUI CONTINUARE A RILANCIARE IL NOSTRO GRIDO DI BATTAGLIA ….” ….la gente come noi non molla mai…” altre opzioni di lotta….

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