Giuliano Castellino
La strategia di Orban è chiara. Non far scatenare la terza guerra mondiale.
Per fare questo urge dettare un’agenda precisa: iniziare una trattativa che non faccia sprofondare il mondo in un conflitto globale almeno fino alle prossime elezioni americane.
Perché al di là della strane ed altalenanti dichiarazioni del Trump sembra chiaro a tutti che i destini dell’umanità sono legati a chi vincerà le prossime presidenziali per la Casa Bianca.
La speranza per i popoli in lotta contro le élite glibaliste e guerrafondaie è che una vittoria di Trump possa portare ad una pace vera con Mosca e quindi scongiurare la terza guerra mondiale.
Per questo il leader ungherese è volato a Mosca per incontrare Vladimir Putin. Il
Il fine è ritagliarsi un ruolo centrale nello scacchiere mondiale nella speranza del ritorno di “The Donald”. E in questo semestre ungherese bloccare ogni follia di Washington e Bruxelles.
Lo scorso otto marzo Viktor Orbán era stato ricevuto da Donald Trump a Mar-a-Lago.
Ora ha inaugurato il suo semestre di presidenza Ue con un viaggio a Kiev.
Una vera missione di pace, nonostante le opposizioni delle cancellerie e dei regimi europei.
Orbam sta giocando una partita difficilissima, da dalla sua parte ci sono i popoli liberi e liberatori che, al contrario della Nato, vogliono solo pace, lavoro e libertà.