Stefano è stato il primo dei sette diaconi scelti dalla comunità cristiana perché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede.
Venerato come santo da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi, fu il protomartire, cioè il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Gesù Cristo e per la diffusione del Vangelo.
Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso che in seguito si convertì lungo la via di Damasco.
Santo Stefano è venerato come protodiacono e protomartire. Il primo epiteto è dovuto al fatto che fu il primo e forse il più importante dei diaconi eletti in Gerusalemme.
Il secondo è associato al suo nome sebbene il suo martirio sia cronologicamente preceduto da quello di Giovanni Battista, morto per decapitazione.
In un discorso tenuto nel 425, sant’Agostino riferisce che, subito dopo il ritrovamento a Gerusalemme del corpo di santo Stefano, nel 415, iniziarono a verificarsi miracoli nei suoi luoghi di culto. Ci parla dell'”antichissima memoria di Santo Stefano” esistente ad Ancona fin dall’epoca del martirio, sorta in seguito all’arrivo in città di un marinaio che avrebbe assistito alla lapidazione del protomartire, e ne avrebbe testimoniato la fede e il coraggio; e viene pure citato un luogo di culto africano del Santo: Uzala, nei pressi dell’odierna Tunisi.
Si racconta che molti miracoli sarebbero avvenuti semplicemente toccando le reliquie, addirittura solo attraverso il contatto con la polvere della sua tomba; poi la maggior parte delle reliquie furono razziate dai crociati nel XIII secolo, cosicché ne arrivarono effettivamente parecchie in Europa, sebbene non si sia riusciti a identificarle dai tanti falsi proliferati nel tempo per cui il numero delle reliquie supera la realtà anatomica di un corpo umano, a Venezia (una leggenda narra che nella chiesa di Santo Stefano vi sia tutto il corpo del santo), Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ravenna, padre Bernardino di Lioni (nel 1834) attesta che si conservavano nel Santuario di Materdomini di Nocera Superiore alcune reliquie del santo poi trafugate, ma soprattutto a Roma, dove nel XVIII secolo si veneravano il cranio nella basilica di San Paolo fuori le mura, un braccio nella chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, un secondo braccio nella chiesa di San Luigi dei Francesi, un terzo braccio nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere; inoltre quasi il corpo intero nella basilica di San Lorenzo fuori le mura.
Inoltre, una parte di queste reliquie venne portata a Minorca, nelle Baleari, dove però si crearono tensioni con gli ebrei ivi residenti, sfociate in veri e propri scontri, culminati con la distruzione della sinagoga, prima della successiva pacificazione[5]. È attestata anche la traslazione di alcuni resti mortali del santo (frammento del cranio) nella cittadina di Putignano (Bari), traslazione compiuta dall’abbazia di Monopoli al fine di preservarle dai concreti rischi delle scorribande saracene: le connotazioni temporali, quelle dell’anno 1394, danno anche origine al Carnevale della cittadina pugliese.
Al rinvenimento delle reliquie di santo Stefano è legata anche la dedicazione della seconda cattedrale di Concordia Sagittaria. Adesso il cranio del Santo è conservato nel museo del duomo di Caorle dove, probabilmente, furono gli abitanti della vicina Concordia Sagittaria a trasportarlo poiché si erano rifugiati nella laguna caorlotta.
Per il fatto di essere stato il primo dei martiri cristiani, la sua festa liturgica si celebra il 26 dicembre, cioè immediatamente dopo il Natale che celebra la nascita di Cristo. Il colore della veste indossata dal sacerdote durante la Messa in questo giorno è il rosso, come in tutte le occasioni in cui si ricorda un martire.
Il 3 agosto si celebra anche la festa della “Invenzione” (cioè “rinvenimento”, dal latino invenio) delle reliquie di santo Stefano, giorno in cui questo ritrovamento sarebbe avvenuto. Tuttora in alcune località si ricorda il protomartire anche in questo giorno, a Santo Stefano al Mare (Imperia) di cui è patrono, a Vimercate (Monza-Brianza), a Putignano (Bari) e ad Aci Bonaccorsi (Catania),di cui è protettore e dove si conserva un frammento del suo cranio, a Concordia Sagittaria e in tutta la diocesi di Concordia-Pordenone, a Selci, delle quali è patrono e presso Taurisano (Lecce), di cui è patrono. Anche la Chiesa ortodossa ricorda il santo in questa data.
Anche a Nusco la cattedrale è dedicata a Santo Stefano, e fu primo protettore della cittadina irpina, ancora oggi il suo busto d’argento, viene portato in processione con il busto di Sant’Amato, santo patrono e primo Vescovo di Nusco.