Giuliano Castellino
San Lorenzo… storico quartiere romano.
Una volta tra i più belli dell’Urbe, attaccato alle mura romane, tra la Stazione Termini e lo storico Cimitero del Verano.
Durante la seconda guerra mondiale venne bombardato dell’occupante americano.
I sanlorenzini morti furono centinaia, ma mai domi e pronti a fare quadrato e a ricostruire il quartiere.
Papa Pio XII andò a San Lorenzo, abbracciò i romani e unendosi nella fede e nel coraggio trovarono la forza di non mollare.
Per decenni fu Patria dell’Autonomia, delle lotte operaie e popolari, fucina di iniziative culturali e sociali.
Negli anni 70 molte lotte partirono proprio da questo storico quartiere romano.
Oggi San Lorenzo è la fotografia della Capitale e delle sinistre.
Un quartiere, un tempo romano e proletario, oggi lasciato nel degrado e nell’abbandono, tradito dalla “compagneria”, che ha trasformato il quartiere in un laboratorio politico multietnico, arcobaleno, fucsia, gender, green e globalista.
Sinistri vari, venuti da fuori quartiere, molti fuori sede, hanno fatto di San Lorenzo una sorta di lager a cielo aperto riempito di immigrati e clandestini, di bed and breakfast e locali notturni.
Questa sinistra radical chic, borghese e di sistema, amica di giornalisti ed establishment, ha tradito il popolo e lo ha venduto ai nuovi dogmi globalisti.
Uno stupro iniziato i primi anni 90, dove le sinistre, nei fatti, hanno dichiarato guerra ai sanlorenzini.
Con i compagni che hanno tolto anima e cuore al quartiere a favore di interessi politici, ideologici ed economici.
I sanlorenzini piano piano sono stati cacciati, deportati e costretti a scappare dal quartiere.
Quelli che hanno resistito sempre più soli.
Non è quindi un caso la ribellione del quartiere contro le sinistre varie, contro Radio Onda Rossa e gli attivisti un tempo rossi, oggi fucsia e arcobaleno.
Negli ultimi 30 anni San Lorenzo ha pian piano ammainato le bandiere rosse, arrivando a bruciarle.
Gli abitanti del quartiere sono ormai in rotta di collisione contro i “compagni” ed innalzano i tricolori dove un tempo c’erano le bandiere con la falce e il martello.
Anche San Lorenzo ha seguito il corso delle altre periferie e borgate romane…
Il brutale stupro e omicidio di Desirée Mariottini ha portato alla frattura e allo scontro finale. Con tutta San Lorenzo che si è schierata con la famiglia della sedicenne romana e contro i barbari immigrati che l’hanno massacrata e uccisa.
Mentre la “compagneria” tentava di giustificare i nigeriani e gli immigrati.
Ora è l’apertura di un centro per immigrati a scatenare la protesta e la mobilitazione dei sanlorenzini, davvero stanchi di essere considerati un laboratorio politico della sinistra.
I romani di San Lorenzo vogliono riprendere in mano il proprio destino e le chiavi di casa.
Da giorni striscioni per tutto il quartiere contro l’apertura di una nuova struttura per immigrati – No alla tensostruttura. Basta degrado! San Lorenzo – segno di un popolo, quello del quartiere, stanco del politichese e pronto alla lotta.
San Lorenzo vuole tornare ad essere libera.
Altro che “Roma Meticcia”, come recitano slogan, manifesti e maglie della sinistra borghese e di regime.
I proletari, i lavoratori, le famiglie, i precari… vogliono una Roma romana, libera, sovrana e popolare.
Contro una minoranza sempre più minoranza (per fortuna), coccolata da Comune, Municipio, Magistrati, Zerocalcare e pupazzi vari… che gioca ad abbattere le cancellate anti-degrado, che nel quartiere non ci vive, ma con esso ci gioca… c’è la San Lorenzo dei sanlorenzini, quella vera, che lavora, ama Roma, ancora combatte per i diritti sociali e non si fa più prendere per il naso da i servi del sistema.
Una San Lorenzo sovrana e popolare!