di Fabio C. Maguire
Il massacro di Jenin ha suscitato una rapida e decisa reazione del popolo palestinese che il giorno seguente ha colpito una sinagoga nel cuore di Gerusalemme.
Ulteriori scontri, seguiti da duri conflitti a fuoco con la polizia, si sono diffusi in tutte le zone limitrofe delle città occupate nelle ore successive.
La risposta all’eccidio avvenuto in un campo profughi in Cisgiordania è stata molto dura e rabbiosa.
Il numero dei morti è molto alto e non si contavano cifre così elevate ormai da diversi anni.
Il gruppo di Hamas ha espresso solidarietà al popolo palestinese e alle famiglie delle vittime, definendo gli attacchi ai luoghi di culto ebraico come una “reazione naturale” a uno dei “giorni più sanguinosi degli ultimi due decenni.”
L’operazione dei soldati israeliani era finalizzata a contrastare la presenza di una cellula terroristica nel campo ma gli unici terroristi che abbiamo visto vestivano la divisa d’Israele e sparavano contro le ambulanze e gli ospedali, lasciando stesi a terra donne e bambini.
L’arroganza e la boriosità di Tel Aviv continua ad accrescere quel già molto diffuso e collettivo sentimento anti sionista che ormai è proprio di ogni comunità islamica e che diviene il fulcro per la costruzione di un fronte unico di resistenza e di lotta.
Il popolo palestinese in tale processo ricopre ancora un ruolo simbolico e deve porsi a guida del percorso emancipatorio politico e culturale.
Questo rientra nel progetto comune che mira a una sovranità araba, non contaminata dal mondo globalizzato.
L’opinione pubblica occidentale ha commentato con i soliti patetici e scontati giudizi, esprimendo solidarietà al popolo ebraico e condannando l’attacco a Gerusalemme.
Inoltre in questi giorni saranno ospiti del nuovo governo ultra-nazionalista dì Netanyahu delegazioni statunitensi tra i quali William Burns, capo della CIA, e del Segretario Antony Blinken.
Altresì in queste settimane sono state svolte delle maxi esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti ed Israele.
L’enorme mobilitazione dei due imperi sarà dovuta principalmente alla crescente sinergia e collaborazione dei Paesi arabi che in tempi recenti stanno mostrando grandi capacità organizzative ed aggregative in termini bellici.
Il popolo palestinese continua la sua battaglia supportato e coadiuvato dai suoi fratelli islamici, compagni di lotta contro il sionismo e l’imperialismo internazionale.
La Palestina è simbolo di coraggio, lealtà e dedizione alla causa.
Solidarietà ai guerriglieri impegnati nella lotta contro l’oppressore e alle vittime dell’odio globalista.