Ma è una storia vecchia, prima della guerra in Ucraina
Le sinistre italiane sono convinte di aver calato l’asso dalla manica e in queste ore una sorta di “Russiagate de noantri” si sta abbattendo su questa campagna elettorale, che passerà alla storia per i suoi toni un po’ noiosi.
Così come queste elezioni rimarranno alle cronache per il suo risultato già certo e conosciuto.
In questo contesto il vecchio deep state prova a bloccare il cambio casacca del potere profondo rilanciando la storia dei finanziamenti putiniani, storia vecchia, ancora da accertare, certamente antecedente alla guerra della Nato fatta scoppiare in Ucraina.
Ora è caccia ai nomi dei politici italiani finanziati da Mosca.
Il governo, informato del dossier di Washington, vuole andare a fondo.
Gli Stati Uniti, per ora, non hanno l’identità dei politici coinvolti: hanno opposto risposte vaghe, non vogliono interferenze con un’operazione in corso…
L’ex ambasciatore Usa Volker ha però punta il dito contro Fratelli d’Italia e Lega: “Il Cremlino cerca di promuovere da anni la divisione nelle nostre società: l’uso più semplice dei fondi è coi social media”
Secondo gli 007 Usa, dalla Russia sono stati “spediti” 300 milioni ai partiti stranieri in 20 Paesi europei.
I trasferimenti sarebbero partiti dal 2014, ma solo oggi viene “sganciata la bomba”.
Lo affermano alti dirigenti Usa sulla base di accertamenti dell’intelligence americana.
“Alcuni partiti politici italiani, che hanno preso posizioni di sostegno alla Russia, lo avrebbero fatto perché sono stati pagati da Mosca stessa…”
Questo l’attacco immediato del segretario del Pd, Enrico Letta, seguendo un vecchio schema che vede media, toghe e poi post comunisti attaccare in sinergia contro il nemico politico.
Stavolta però nemmeno questa operazione, già ripetuta in passato decine di volte, sembrerebbe davvero troppo debole e tardiva.
Il PD, Letta e le sinistre sembrano “cotti”.
Soprattutto perché utilizzano temi superati dalla storia e che non sono nemmeno tanto popolari, rischiando con queste ipotetiche accuse di fare ulteriori favori alla Meloni.
Infatti, accusare le destre di essere filo russe significa dargli forza e consenso popolare su un tema, quello su Nato e guerra, dove i partiti del centrodestra sembrano lontani dal sentire popolare dei suoi elettori.
Questa operazione mediatica-giudiziaria e politica infatti sembrerebbe più una “marchetta” a Lady Aspen, che così, da un lato ha l’appoggio internazionale per le sue posizioni, chiare e nette, su Nato e atlantismo, dall’altro non perderebbe consensi perché accusata di essere filo Putin.
Le sinistre oltre il potere hanno ormai perso la bussola.
Chi non perde mai sono deep state e globalisti, già alleati con il futuro premier Giorgia Meloni.