di Aleksandr Dugin
Dobbiamo fare un esperimento mentale e immaginare: cos’altro – oltre a un attacco nucleare – potrebbe farci l’Occidente che è in guerra con noi? Quali sanzioni imporre? Chi espellere? Come umiliarci? Cacciarci da dove? Privarci di cosa? (Non stiamo prendendo in considerazione un attacco nucleare, perché non lo faranno, e se lo faranno, non avrà importanza, perché lo faremo anche noi).
Beh, farà di tutto e niente lo fermerà. Non c’è bisogno di farsi illusioni: in realtà, l’Occidente non dipende da noi per quasi nulla di sostanziale e, se lo fa, cerca intensamente un sostituto, che il più delle volte trova. Cercare di bloccarlo con qualche risorsa naturale o altro è improbabile che abbia qualche effetto. È un bene che abbiamo smesso di rassicurarci con il “rigido inverno europeo, al quale l’Europa non sopravviverà senza di noi”. È sopravvissuta all’ultimo e sopravviverà a quello prossimo venturo, e l’Ucraina non crollerà e non si arrenderà da sola, fintanto che non la faremo crollare e non la costringeremo ad arrendersi. Con la volontà, con la forza e contando su noi stessi, solo su noi stessi.
Noi stessi dobbiamo imparare a vivere senza l’Occidente. Totalmente senza. Occorre gettare via tutto ciò che ci lega ad esso, tagliare radicalmente ogni contatto, ogni forma di dipendenza, interrompere ogni transazione, ogni cooperazione in campo tecnico, economico e umanitario.
Niente grano e niente fertilizzanti. Nessuna pubblicazione su riviste scientifiche occidentali, ritiro da Scopus, revisione dei criteri RINC, senza aspettare che agli scienziati russi venga dato un ultimatum: o tradite la vostra patria o non siete più scienziati 3 già adesso è praticamente così. Nello sport è così. In politica è molto di più. In economia e finanza, tutto va nella stessa direzione.
L’Occidente ci colpirà con tutto ciò che può colpire. Con qualcosa che ha già e con ciò che non ha ancora, ci colpirà gradualmente.
È facile da immaginare. E se lo immaginiamo, dobbiamo prepararci.
Siamo condannati a vivere senza l’Occidente d’ora in poi.
Questo è del tutto inaspettato, ma altrettanto del tutto logico.
Tutto ciò che è occidentale è ormai profondamente tossico (francamente, lo è sempre stato). Si tratta, in fondo, di una dipendenza da ciò che non controlliamo noi, ma che controlla il nemico. Qualsiasi accenno al liberalismo, qualsiasi riconoscimento dell’universalismo occidentale, qualsiasi accettazione della normatività di tutto ciò che proviene dall’Occidente, qualsiasi accettazione di regole, criteri, pratiche occidentali, ovunque e in qualsiasi cosa, è un passo verso il tradimento, se non il tradimento stesso.
Ecco cosa significa essere uno Stato civile. Non dipendere in nulla e in nessun modo da un’altra civiltà, e soprattutto da quella che sta conducendo una guerra spietata contro di noi.
Una volta interrotti completamente i rapporti con questo modello globale (di degenerazione e disumanizzazione) chiamato “Occidente collettivo” moderno, potremo concentrarci sulla creazione delle nostre basi civili.
La Russia vivrà solo in un mondo in cui l’Occidente non decide e non significa nulla. Almeno per noi. In qualsiasi altro caso, sarà la tortura della sposa etrusca, quando il criminale veniva legato vivo a un cadavere in decomposizione. Non c’è niente di più orribile di una simile tortura. Un uomo muore lentamente, la necrosi entra nel suo corpo cellula per cellula: così l’Occidente moderno è un cadavere in decomposizione legato all’umanità. Non è sufficiente che perisca, vuole trascinare tutti gli altri con sé nell’abisso.
Guardate l’Ucraina, cosa le hanno fatto…
Una nazione avvelenata, contorta, psicologicamente distrutta. Uno Stato distrutto. Macinati in massa sui fronti di una guerra insensata e deliberatamente persa o in fuga dal Paese da una società impazzita. La sposa morta del controllo occidentale è saldamente imbullonata al Paese che respira ancora (a malapena), ma la morte in Ucraina sta vincendo. Fissata dagli occhi dei suoi rabbiosi governanti, già passata dall’altra parte, già morta ma ancora esteriormente viva.
La completa liberazione dall’Occidente è l’unica via di salvezza. Tutto ciò che c’è di male nella Russia moderna proviene da esso. I suoi miasmi hanno corroso la nostra politica, l’economia, la cultura, la scienza, la psicologia, la vita quotidiana, la gioventù. È un processo cancerogeno e quanto più velocemente e duramente tagliamo le cellule colpite, tanto maggiori saranno le possibilità di salvezza e di rinascita della nostra Madrepatria, la grande Russia.
(Fonte https://t.me/ideeazione)