Da un po’ vediamo aggirarsi ex uomini di sistema tra le schiere del mondo della resistenza.
Premettiamo che tutti sono i benvenuti dietro la barricata del dissenso, che veti e pregiudizi non ci sono mai appartenuti e mai ci apparterranno.
Ma alcune questioni vanno sottolineate e rimarcate.
Punto 1: quando si proviene da un mondo e si passa ad un altro le regole sono quelle dell’accogliente.
Quindi, cari ex politici del potere se volete diventare dissidenti vi diamo il benvenuto, ma scordatevi di inquinare la resistenza con il politicamente corretto e il fascino delle divise.
Non pensate di venire a fare i resistenti con le pacche sulle spalle del mainstream o senza essere “stritolati” dai media di regime.
Così come tenetevi per voi la puzza sotto al naso che mostrate quando incrociate chi per questa lotta ha pagato ed ha addirittura conosciuto le patrie galere.
Secondo punto: qui c’è gente che lotta dal 7 marzo 2020. Senza fare passi indietro!
Ricordatevolo sempre.
Infine, non portate improbabili parole d’ordine.
L’ultima boiata che gira è “riunire la destra contro la guerra!”.
La destra italiana, anche quella più marcata come il MSI, è sempre stata filo Nato e guerrafondaia.
Gladio, atlantismo, P2 e missinismo vario sono sempre stati con i “Beretti Verdi”.
Anche nel 1991, quando Rauti, quello dell’andare oltre, era segretario, tutto il MSI votò compatto per la guerra contro l’Iraq.
Scusate, quando mai la destra è stata contro la guerra?
Così come tutti i ministri di destra, anche quelli che oggi si riscoprono altro, attaccarono e bombardarono Afghanistan e Iraq.
Con l’impiccagione pubblica e mondiale di Saddam.
Nel 2011 sempre la destra, con sindaci, governatori e ministri missini, attaccò la Libia e permise il barbaro assassinio di Gheddafi.
Insomma, non sappiamo di quale destra parlino i loro signori.
Quindi, benvenuti a tutti nella resistenza, da Rizzo agli ex ministri e sindaci, ma lasciate a casa doppiopetto, nostalgie delle poltrone, la puzza di fosforo che avete lasciato in Medio Oriente, a Belgrado e in Libia.
Lavatevi le mani sporche di sangue e armatevi di tanta umiltà.
Non dobbiamo unire nessuno, se non il popolo contro la guerra.
La resistenza non è né di destra, né di sinistra: la resistenza è anti-capitalista, anti-imperialista, anti-neocolonialista, anti-globalista.
Siete sicuri di essere resistenti?
La resistenza è lotta di liberazione, non uno spazio politico da utilizzare perché esiliati dai palazzi del potere…
Buona lotta a tutti.