di Giuliano Castellino e Pamela Testa
Italia Libera, forte dei suoi 7 punti e di 30 mesi di piazza e Resistenza e L’Italia Mensile, blog e rivista dell’alleanza anti-globalista accoglie e aderisce “senza se” e “senza ma” ai due importanti appelli lanciati in questi due giorni: quello lanciato dal nostro fratello di lotta e di piazza il Giudice Angelo Giorgianni e quello del Comitato di Liberazione Nazionale.
Entrambi hanno un comune denominatore: andare oltre queste elezioni e riunire il popolo del dissenso che in questi trenta mesi non si è piegato alla narrazione criminale e terrorista del Covid, che non ha accettato né la vaccinazione di massa, né l’apartheid del Green Pass, né ha ceduto alla tirannia del mainstream.
Un popolo che si è opposto alla guerra della Nato contro la Russia e che oggi si oppone alla privatizzazione dell’acqua, ai piani di resilenza, Pnrr, ed alle transizioni ecologiche, cavalli di troia del globalismo e future emergenze che permetteranno di imporre nuove restrizioni e varianti delle già note metodiche di privazione delle libertà.
Di fronte a scenari drammatici le forze anti-globaliste, il movimento delle piazze – quello del 5 settembre di Bocca della Verità contro l’obbligo delle mascherine, quello dell’autunno 2020 contro i lockdown, quello della Primavera contro Draghi, quelle delle piazze contro il Green Pass, quello dei 100.000 di Piazza del Popolo, del Porto di Trieste, di Circo Massimo, di San Giovanni e quelle contro la Nato – devono “fare quadrato” e ritornare unite!
Queste elezioni sono scritte: per la prima volta nella storia d’Italia già si sa chi sarà il vincitore e per la prima volta la destra andrà davvero al potere.
E sì, al vero potere.
Perché stavolta, al di là del tentativo di caricaturare la Meloni come “la bora di Garbadella” o “la pericolosa fascista” la Giorgia nazionale ha lavorato in maniera molto più pesante e pericolosa, almeno per il popolo italiano e tanto livore da parte delle sinistre non è certo né per la Fiamma, né per il passato del futuro premier italiano.
La Meloni sta sovvertendo il potere nazionale.
Con il PD (ex PCI) ai minimi storici, la destra italiana ha un’autostrada dinanzi… ed ha fatto il salto di qualità rispetto al passato asservendosi totalmente al deep state.
Oggi la destra non ha alcuna anima populista (post fascista e fuori dai poteri internazionali), la Meloni si è accredita per diventare la Tacher “de noantri”, con accordi precisi con Biden, il deep state oltre oceano, la Nato, la UE, l’economia globalista.
Non a caso già si ipotizza un governo “mondialista” con Berlusconi agli esteri e Cingolani (confermato) alla Transizione Ecologica, con Bassetti alla Salute e Draghi all’Economia… il tutto con il plauso dell’Oms e del WTO.
Se a tutto ciò aggiungiamo il dichiarato “assalto” al Colle il nuovo deep state italiano, emanazione di quello oltre Atlantico si è spostato, per la prima volta dal 1943, a destra.
Ma il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.
In molte occasioni gli ex e post missini hanno dimostrato (e certificato) una fame di potere ed una scarsa strategia politica e geopolitica.
Siamo sicuri che Meloni e company hanno chiuso accordo con gli alleati giusti?
Le notizie che provengono dagli Stati Uniti, ben taciute dai media di regime, sono contrastanti.
Danno Trump pronto al ritorno, con un consenso al 70% e dopo l’attacco dell’Fbi contro l’ex Presidente c’è un popolo sull’orlo di una guerra civile pronto a difendere il suo presidente, già scippato da una vittoria con brogli e processi farsa.
Di fronte a questi scenari nazionali ed internazionali il documento del Giudice Giorgianni di invito all’unità assume una valenza fondamentale, nel mentre urge riorganizzare la resistenza unitaria.
Con lo stesso spirito del 5 settembre e del 9 ottobre: una resistenza popolare, anti-ideologica, plurale ed unitaria, senza veti, che chiuda con i veleni del 900, senza stelle rosse e bandiere nere, senza partiti e sindacati, con una sola bandiera: IL TRICOLORE!
Una coalizione di resistenti, con tutti gli amici e i fratelli che in questi 30 mesi non hanno mai mollato (LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!), uomini e donne che hanno a cuore il futuro della nostra nazione, con un respiro internazionale.
Quel fantastico ed unico mondo del dissenso, plurale e democratico, che tifa Trump e Putin, ascolta Viganò e legge Fusaro, è cristiano, ma non ama il Papa amico di Soros, e non cerca le pacche sulle spalle del mainstream.
È l’Italia profonda, l’Italia per bene, l’Italia che legge libri, ma non fa passi indietro di fronte le forze repressive e gli idranti del regime.
È l’Italia che fa paura al sistema perché non si fa più dividere, perché ha fatto fare pace a “Don Camillo e Peppone” che insieme hanno innalzato il TRICOLORE.
È l’Italia dei 100.000 che è stata repressa e criminalizzata per 120 secondi inventati dalla stampa e dai media, ma nella realtà mai esistiti, del presunto assalto alla CGIL…
È l’Italia che sta lottando per ristabilire GIUSTIZIA E VERITÀ per restituire DIGNITÀ a quella giornata che è stata una Festa del dissenso ed una PENTECOSTE DI LIBERTÀ.
È l’Italia che gridava Lavoro e Libertà contro l’apartheid del Green Pass.
Non a caso dopo quel 9 ottobre sono arrivati i professionisti della politica, i partiti, le bandiere del PCI, le divisioni, fino alle 13 vergognose liste di questi giorni… tutta roba che fino al 9 ottobre 2021 era stata tenuta ben lontana dalla piazza e dal fronte del dissenso.
Ora tocca ancora a Noi l’arduo compito di riunire quel fronte.
Con lo stesso spirito.
Con più responsabilità e maturità.
Evitando errori e provocazioni, mantenendo quell’anima, continuando ad essere prima linea e quel passo in avanti che segna il cammino.
Vogliamo ancora una volta essere l’ estremo-centro-alto della resistenza.
Insieme ad Angelo, a Gianluca, a Marina, a Cisco, ai fratelli del CLN… a tutti i fratelli delle piazze, anche quelli che oggi hanno scelto (in buona fede, abbracciando i nostri 7 punti e firmando il Vincolo di Mandato) di candidarsi, perché per noi la Resistenza è tutta… eguale… e senza divisioni!