11 Ministri sono gli stessi del 2008, Draghi e Cingolani rimangono “nel governo”.
Mentre Draghi e Cingolani commissariano anche questo governo il “finto dissendo” continua a fare il circo…
Giuliano Castellino
Dopo la notizia che l’ex Ministro della Transizione ecologica Cingolano rimarrà consulente (gratuito) del governo, arriva un altro ALTO COMMISSARIO per la Meloni.
Ieri sera è trapelata la notizia che anche Mario Draghi ha confermato che resterà consigliere della Presidente del Consiglio dei Ministri per aiutarla a destreggiarsi nei suoi compiti di Capo del Governo.
Come se Meloni e team noi fossero in grado di governare uno Stato!
Insomma, un altro governo tecnico, nei fatti, dove non solo i Ministeri Chiave sono “blibdati”, ma addirittura con Tecnici Commisari di peso a controllare che l’agenda Davos prosegua senza intoppi.
Con Tajani agli esteri e (l’armiere) Crosetto alla difesa è garantita la fedeltà alla Nato e le posizioni filo guerra, con Giorgetti all’Economia e Fitto al Pnrr è garantita la suddettanza Bruxelles e il destino dei miliardi di euro che abbiamo “accettato a strozzo”. Con Schillaci alla sanità sta “sereno” Speranza, con il suo Uomo pronto a vigilare che nessuno gli chiederà conto delle sue malefatte.
Il resto sono o da corollario e la copia del governo del 2008, quello che bombardò la Libia e aprì le porte alle tecnocrazie e a Monti.
Intanto in TV anche i “presunti dissidenti” continuano col pollaio sui vaccini – tema che sembra superato – invece che dare risposte serie e di contrattacco al sistema.
Premettendo e avendo ampiamente dimostrato (non con le chiacchiere) di essere contro ogni forma di vaccinazione obbligatoria, rimaniamo oppositori senza se e senza ma di ogni GREEN PASS, vera forma di ricatto e controllo sociale, apartheid del capitalismo terapeutico, replicabile su altre emergenze.
Se non usciamo da questa bolla o questo schema del regime, così come per altre etichette, anche il popolo del dissenso e la resistenza rimarranno fuori dalla vera lotta di liberazione e sempre un passo indietro rispetto all’offernsiva dell’oppressore.
Bene fanno i resistenti ad andare in TV, bisogna “aggredire” il mainstream, ma senza accettarne temi, ritmi e ruoli.
Se non si è capaci di essere “controffensivi” il rischio reale è quello di ridicolizzare il dissenso ed essere funzionale al regime.
La vera battaglia non è si o no vax oggi, ma chiedere risarcimento per tutti i lavoratori colpiti e sospesi dell’apartheid della Carta Verde, chiedere l’immediato rientro dei sanitari, categoria ancora sotto la dittatura dell’emergenza.
Oggi non esiste, grazie alle nostre lotte, nessun obbligo, per questo bisogna spingere su una Commissione di verità su gestione pandemica ed effetti collaterali da vaccino e iniziare a resistere davvero su un piano più generale.
La resistenza va fatta al sistema, all’agenda Great Reset, al capitalismo, che si maschera con tante e diverse emergenze.
Ieri quella sanitaria, oggi con la guerra, domani con la transizione ecologica, la dittatura alimentare, il post umanesimo.
Chi rimane su un tema, su cui il dissenso ha una posizione netta ed inequivocabili (LIBERA SCELTA E NO PASS!), vuole riportare il mondo “no vax” su quello che era prima del 7 marzo 2020.
Un mondo a sé, fuori dal contesto popolare, impegnato su un unico e specifico tema, magari nelle grinfie di avvocatucci e influencer che, come l’anti-mafia con la mafia, sono diventati “dissidenti s.p.a.” e da 31 mesi vedono ingrassare i loro conti correnti e le loro proprietà, oltre che una virtuale e facebookiana notorietà (STANZA DELL’EGO!).
Non a caso ormai questo tema nelle trasmissioni va per ultimo, dopo mezzanotte e se non si urla un pò nessuno segue più questa questione…
Di fronte ad una democrazia totalitaria, imposta dall’alto, dove il dibattito è consentito solo all’interno del pensiero unico dominante, compreso quello della falsa opposizione, urge rovesciare l’azione.
Se l’alto soffoca il basso, imponendo anche linguaggi e temi da trattare, rinchuidendolo dove vuole il regime nella sua narrazione padronale, bisogna lottare dal basso contro l’alto.
Siamo noi a decidere il nostro linguaggio e i temi da affrontare.
La democrazia va difesa, ma quella diretta e popolare, dove le libertà non siano compresse nel recinto capitalista e globalista.
Chi è più sciocco, per fare un esempio, chi va da Brindisi e reti Mediaset e continua a litigare sui vaccini o chi va da Brindisi e non chiede a tutti, dopo le dichiarazioni di Berlusconi, “cosa pensano i dipendenti del Cavaliere su guerra, Nato e Russia?”
Se i “dissenti” non hanno capito che con i media si lotta a Judo e non a pugilato, utilizzando la loro forza (comunicativa e dei grandi numeri) per rafforzare le nostre posizioni o è scemo o funzionale.
Noi rimaniamo fermi sulla nostra posizione.
Con i 7 punti come timone preciso, continiamo ad aggregare pezzi di popolo e dissenso, contro ogni anti, veto e logiche del passato.
Lavorando sui territori e cercando di non essere un passo indietro rispetto al nemico.
Sabato prossimo mobilitazione generale e popolare contro la guerra!
Il resto lo lasciamo al “dissenso s.p.a.”…
Ribell
i Portatori di cognomi di piccole citta’ pugliesi,non sono affidabili e non vanno neanche contrastati in quanto Nullita’.Non bisognerebbe andare in Codeste trasmissioni,non e’ ne’ utile,ne’ “divulgativo”.Loro comunque vendono la pubblicita’ sulla faccia di chi c’e’,puoi essere il serial killer di turno,o il benefattore incompreso,una cosa e’ certa non gliene frega un cazzo di”chi sei” se Servi ti utilizzano se non servi ti dimenticano.Cambiare il Fronte della comunicazione non e’ semplice ma appiattirsi per 4 minuti in TV e’ Riduttivo.Noto con piacere che i colleghi di Giordano hanno sottolineato con il silenzio la sua esclusione dai programmi mediaset.Se ci si vuole ritagliare 15 mituti di popolarita’ presso questi aguzzini dell’informazione vuol dire che forse va cambiato l’approccio,tornando alle Origini.