di Fabio C. Maguire
L’attentato avvenuto recentemente in Iran ha provocato una grande shock all’interno della classe dirigente iraniana.
È stato convocato un incontro urgente del Consiglio di Sicurezza Nazionale che dovrà indagare sull’accaduto e, probabilmente, individuarne i responsabili.
La pista sembra abbastanza ovvia e porta inevitabilmente ai servizi d’intelligence israeliani e statunitensi che vedono in Teheran un rivale strategico da liquidare per assicurarsi il Medio Oriente, esattamente come la Russia in Europa.
L’esecutore potrebbe essere un appartenente dell’ISIS che da decenni lavora segretamente per la Casa Bianca come agente destabilizzante nella regione.
Ovviamente lo Stato Islamico non dispone delle risorse sufficiente per effettuare un attacco come quello avvenuto a Kerman senza aiuti, sussidi e sostegno d’intelligence esterni.
L’obbiettivo, secondo gli analisti, sarebbe stato quello di colpire le personalità più illustri della politica iraniana presenti quel giorno per celebrare il Generale Soleimani e l’anniversario della sua morte.
L’attacco potrebbe anche essere un tentativo per rovinare la commemorazione di uno dei soggetti più importanti e poliedrici del panorama iraniano che ha sempre lottato per ostacolare l’avanzata del l’imperialismo occidentale in Medio Oriente.
Il Generale, infatti, era una persona poco apprezzata dalla Casa Bianca così come da Tel Aviv a causa del suo costante impegno nella lotta contro il terrorismo e per i suoi legami con la Russia.
Soleimani era una persona estremamente popolare in Iran, ben voluto e ammirato per le sue doti di leader che lo avrebbero portato a ricoprire la carica di Presidente della Repubblica Islamica subito dopo Raisi, con il quale era in ottimi rapporti.
Il Generale esercitò un ruolo significativo nella guerra in Siria, aiutando il Presidente Assad a riconquistare importanti città catturate ed occupate dagli integralisti al servizio della CIA.
Egli fu anche il promotore del programma aereo senza pilota iraniano e principale sostenitore dello sviluppo militare iraniano.
Ma la sua colpa più grande, ad avviso di Washington e Tel Aviv, sarebbe stata quella relativa al “corridoio sciita”, ovvero una direttrice logistica che dall’Iran arrivava in Libano, passando dall’Iraq e dalla Siria.
“La vita deve essere vissuta come Qassem Soleimani, in modo che anche il tuo ricordo faccia stringere le mascelle dei tuoi nemici con rabbia impotente.”