di Fabio C. Maguire
Il Presidente Putin ha firmato un ultimo decreto presentato come “un nuovo concetto di politica estera.”
Il leader del Cremlino ha esposto le linee su le quali si orienterà la Russia nel prossimo futuro, forzata ad aggiornare le proprie strategie a seguito del mutamento degli assetti e degli equilibri di forza internazionali.
Il decreto contiene disposizioni in materia di esteri nelle quali viene espressamente riportato e sottolineato il fatto che “la Russia non si considera nemica dell’Occidente e non si isola da esso” e auspica che i paesi occidentali possano comprendere la futilità del conflitto e la necessità di un ritorno “a un’interazione paritaria”.
Nell’esposizione del documento Putin ricorda che Mosca critica e si oppone alla politica avventuristica di Washington, intesa come principale causa e fonte di insicurezza e instabilità mondiale perciò la priorità russa resterà quella di fronteggiare e contrastare “ciò che rimane del dominio statunitense nel mondo.”
L’obbiettivo è quello di garantire pace e sicurezza a “tutti i paesi sulla base del principio di reciprocità” e in questo quadro dunque rafforzare ed approfondire i legami con Cina ed India al fine di costruire un “buon vicinato, in una regione da trasformare in una zona di pace e prosperità.”
Alla riunione ha preso parte anche il ministro degli Esteri Lavrov il quale ha esposto la “nuova dottrina”, la quale prevede la possibilità di una risposta “simmetrica o asimmetrica” ad un’azione ostile: la Russia si impegnerà a respingere e/o prevenire qualsiasi tipo di attacco nei suoi confronti o dei suoi alleati, ripristinando la pace in conformità con le decisioni del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite per garantire sicurezza ai cittadini e combattere il terrorismo internazionale.
Lavrov ha concluso informando che queste disposizioni detteranno la linea strategica russa per i prossimi quattro-sei anni, “i nostri partner e nemici sapranno quindi come ci muoveremo.”