di Fabio C. Maguire
La Commissione Europea si è espressa sull’embargo imposto ai cereali ucraini stabilendo l’annullamento del provvedimento.
La decisione presa da Bruxelles non è stata gradita in Polonia, Ungheria e Slovacchia, dove i rispettivi rappresentanti hanno stabilito di prorogare unilateralmente l’embargo.
La Commissione ha invitato le parti al dialogo affinché si impegnino in modo costruttivo, lavorando in uno “spirito di compromesso”.
Nonostante l’incoraggiamento dell’Unione Europea alla cooperazione, Varsavia e Budapest hanno deciso di imporre delle restrizioni alle importazioni di circa 25 tipologie di prodotti, su mangimi e farina, mentre Bratislava ha esteso il divieto a quattro tipologie di grano.
Il Viceministro dell’Economia ucraino, Taras Kachka, ha avvisato che l’Ucraina, di risposta ai provvedimenti adottati dai suoi vicini, sta preparando delle misure per contrastare l’importazione di frutta e verdura dalla Polonia.
Sempre Kiev, come reazione ai divieti di Varsavia, Budapest e Bratislava, ha annunciato che presenterà un reclamo all’OMC, l’Organizzazione Mondiale del Commercio.
L’OMC è un organismo internazionale ideato allo scopo di supervisionare i numerosi accordi internazionali, garantendo correttezza e trasparenza nelle transazioni.
L’Organizzazione, previa consulenza, potrebbe autorizzare il paese ricorrente ad adottare misure ritorsive nei confronti di un altro Stato.
Come la maggior parte delle strutture sovranazionali, l’OMC manca delle possibilità di attuare ulteriori azioni coattive, impedendo così il regolare scorrimento del processo.
Questo comporta che paesi maggiormente sviluppati ed economicamente stabili possono, senza incappare in seri problemi, sostanzialmente ignorare i reclami avanzati.
Dunque, anche il ricorso dell’Ucraina non porterà ai risultati sperati e non risolverà l’attuale crisi con la Polonia, l’Ungheria e la Slovacchia.
In Romania, non è stato prorogato l’embargo, una decisione che ha causato l’ira degli agricoltori locali che hanno avvertito di occupare e bloccare le attività, i porti e le stazioni ferroviarie se il governo non dovesse prendere seri provvedimenti a tutela dei coltivatori romeni.
In conclusione, la Polonia ha informato le autorità comunitarie che Varsavia non prenderà in considerazione un’ipotetica richiesta d’adesione di Kiev all’Unione Europea se “non verrà risolta la questione dell’esportazioni di cereali”.
A comunicarlo è stato il Ministro dell’Agricoltura, Robert Telus, che ha dichiarato che la Polonia “non accetterà l’adesione dell’Ucraina all’Unione”.
Secondo Telus, la Polonia quando entrò nell’UE dovette soddisfare una serie di condizioni, condizioni che, ricorda il Ministro, “ci furono imposte molto duramente” e perciò l’Europa “deve stabilire delle condizioni anche per l’Ucraina.”