Giuliano Castellino
Da tempo affermo che senza un Partito rivoluzionario di riferimento ogni rivoluzione è impossibile.
Molti mi rispondono che ormai i Partiti e la Politica sono odiati dalla gente…
Forse è vero. Anzi, in gran parte è così.
Ma questo è ciò che vuole il sistema.
Aver allontanato il Popolo dalla Politica, dalla Militanza, dall’Attivismo è stato un progetto pianificato e voluto dagli oppressori.
Senza democrazia e partecipazione ha trionfato la tecnocrazia e il grillismo.
Due facce della stessa medaglia liberal-capitalista, che ha esportato, anche in politica (con la p minuscola), il modello americano.
Infatti negli States votano solo il 30% circa del popolo.
(Nell’Agenda Davos abbassare la percentuale del corpo elettorale è tra i primi obiettivi).
Condivido in pieno l’analisi del Presidente di Democrazia Sovrana e Popolare: “Demistificare e respingere il veleno del grillismo. Esiste una vulgata che bolla come “complici del sistema” tutti quelli che hanno fatto politica a livelli importanti. Questa vulgata magnifica per contrasto “l’uomo della strada”, il cittadino medio che rappresenterebbe il popolo in perenne contrapposizione con la “perfida casta”. Questa scemenza ha rappresentato il segreto del successo grillino”.
I 5 Stelle sono passati dal Vaffa Day ai governi tecnici di Conte e Draghi.
Questa era la lotta alla casta?
Aggiunge il fondatore di Vision Tv: “Manipolati dai media di regime tanti cittadini in buona fede credettero che mandare un manipolo di idioti senza arte né parte in Parlamento realizzasse il mito della palingenesi degli oppressi contro gli oppressori. Gli ipocriti però una volta arrivati nelle stanze del potere – come quasi tutti i falsi improvvisamente catapultati nel lusso – si trasformano rapidamente in traditori e fedeli servi dei nuovi padroni (Di Maio è passato ad esempio in un battito di ciglia dai Gilet Gialli a Mario Draghi). Quando ad esempio ho dato le chiavi di casa a qualche nullità abituata a navigare nella mediocrità e nella irrilevanza ho amaramente scoperto, al mio ritorno, che i barbari avevano rubato tutto, pure le posate. D’altronde chi non ha nulla da perdere né un nome da difendere può in astratto consumare anche le condotte più spregevoli senza rischiare troppo”.
La storia ci insegna che bisogna avere la forza dei giusti, non quella dei disperati.
Ha concluso Toscano: “Restate lontani dai disperati e dai farisei falliti del finto dissenso: sono sepolcri imbiancati. Marco Rizzo da solo vale 1000 volte di più di tutti i mitomani autoreferenziali che si autonominano capi di partiti dove si rischia tuttalpiù di morire di solitudine o di vedersi sfilare il portafoglio”.
Ogni singola parola di questa analisi è perla di saggezza.
Servono, soprattutto in questa era dove trionfa il NULLA, Politici, con la P maiuscola. Militanti e Dirigenti Politici. Formati. Con Cultura Politica. Servono Uomoni e Donne di Fede. Di Milizia. Con il senso del Sacrificio.
E perché no, una Visione Spirituale della Vita.
Ad esempio per Noi Cristiani e Cattolici, la Politica come Missione.
L’anti-politica, lo spontaneismo, gli eroi da social, ladruncoli del dissenso… sono le tante facce della falsa opposizione. Eterodoretta (consapevolmente o meno, ma il risultato non cambia) dal sistema.
Dove ognuno recita un copione utile al grande circo del potere.
Solo un Partito Politico, con Quadri e Militanti, formato, con una Dottrina precisa e declinata, condivisa ed unitaria, può rovesciare i rapporti di forza tra dominati e dominanti.
Tutto il resto, seppur in buona fede e spinti da buoni propositi, è – nel migliori dei casi – perdita di tempo.
Negli altri casi energie utili al regime stesso…
Concludiamo questo nostro articolo con un’altra e condivisa analisi sempre di Toscano, che chiude il cerchio di quello che vogliamo far capire ai nostri lettori, ai nostri attivisti e a tutti i nostri amici e simpatizzanti.
“Nel “Che Fare?” Lenin (o nel libro “La rivoluzione” di Mussolini, NDR)
affronta il problema dello spontaneismo, fase prodromica indispensabile per affrontare in maniera risoluta il potere che opprime.
Lo spontaneismo rappresenta la generica risposta delle masse su base prevalentemente emotiva, una risposta istintuale che scatta quando sorge il sospetto sulla malizia e sulla malvagità dell’ordine costituito.
Lo spontaneismo è uno squillo di tromba che invita alla battaglia, ma non è la battaglia.
Per vincere bisogna superare la fase dello spontaneismo per addivenire a quella della coscienza consapevole.
Questo paradigma è utile per una corretta ermeneutica dei nostri tempi.
La fase dell’oppressione pandemica ordita dal capitalismo finanziario e dalle multinazionali del farmaco che controllano i burattini piazzati nei diversi governi di singole nazioni ha dato vita ad una risposta spontanea di masse preda di un sano e acerbo “ribellismo”.
Nasce così un variegato mondo oppositivo che sta insieme solo su basi epidermiche, senza avere cioè maturato un comune sentire pratico, metodologico, politico e organizzativo. Questa trasformazione, il passaggio cioè dalla fase “grezza” dello spontaneismo a quella matura della “coscienza consapevole e collettiva” , può avvenire solo se guidata da un Partito, strumento indispensabile per dare senso e logica a forze altrimenti velleitarie e indistinte.
Ecco spiegata la necessità di Dsp di allontanare senza troppi scrupoli i soggetti disfunzionali alla nuova fase, ancorati cioè ad una eterna visione adolescenziale della lotta che rischia di paralizzare un movimento rivoluzionario chiamato invece ad evolvere secondo le leggi naturali applicabili per analogia anche ai fenomeni politici.
Non è sano, infatti, che un bambino di cinque anni dorma ancora nella culletta con il pannolino addosso e il ciuccetto in bocca…”
Poco da aggiungere. Il leader sovranista popolare ha spiegato perfettamente perché, oggi più che mai, bisogna sostenere e lavorare il Partito della Rivoluzione.