La cittadina toscana paga da oltre un secolo un pesante dazio al processo industriale del Paese ma questo ai “sodali” di Draghi ancora non basta, e così il suo piccolo porto è chiamato ad ospitare un pericoloso mostro che dovrà trasformare il gas di Biden assicurando, anche da questo lato, i finanziamenti per la guerra globalista contro la Russia
Se ne era già parlato durante la campagna elettorale, allorquando il “pariolino” Carlo Calenda si era presentato a Piombino chiedendo voti per sé e per il suo partito rimediando però sonore pernacchie.
Ebbene in quell’occasione, con tutta la faccia tosta che contraddistingue lui ed il suo compare “terzopolista” Matteo Renzi, quest’altro brillante portavoce della “borghesia progressista” ebbe la sfrontatezza di dire davanti ai piombinesi che il posizionamento della grande nave rigassifigatrice (un mostro da circa 300 mt di lunghezza per un’infinità di tonnellate di stazza) all’imbocco del piccolo porto toscano era un qualcosa di necessario al Paese.
Peccato per lui che una popolana gli disse in faccia ed a chiare parole che piazzare in porto – e per non si sa bene quanti anni – una nave di quelle dimensioni e che fa quel tipo di lavoro, ovvero convertire dallo stato liquido a quello gassoso il gas metano fornitoci (al quintuplo del prezzo) dagli americani in luogo di quello russo era insostenibile per la città.
Il “pariolo” di cui sopra però non si scompose più di tanto, e con l’espressione saccente di chi ti prende comunque per i fondelli senza nemmeno vergognarsi un po’, rispose alla cittadina che anche al porto di Barcellona era stabilmente piazzata una nave rigassifigatrice, e che lì nessuno aveva nulla da ridire (dando così dell’ignorante oltre che dell’egoista alla sua oppositrice…).
La signora però, forte del fatto suo, piccatamente ribatté al tronfio di cui sopra se avesse davvero mai visto quanto grande fosse il porto di Barcellona rispetto a quello di Piombino (7.860.000 metri quadrati del primo contro i 300.000 metri quadri del secondo), zittendo così in un attimo il suo interlocutore al quale altro non rimase che un’espressione tra il beota – che peraltro gli riesce benissimo – e lo scocciato.
Ecco, questa è esattamente la misura della sensibilità oltre che della competenza che la classe politica italiana ha per quel territorio, che già dall’800 paga dazio all’industrializzazione del Paese con il pesante sfruttamento delle sue risorse ed al quale oggi si chiede ancora un insostenibile sacrificio per lasciare campo aperto alle disgraziate manovre di politica internazionale ed economica volute da Draghi in palese combutta con Washington e Bruxelles, e che non crediamo proprio la Meloni vorrà smentire o quantomeno modificare a favore del Popolo italiano, tutta protesa com’è verso il “credo atlantista”.
Sul punto va poi precisato come gli stessi piombinesi (giustamente) non si fidino affatto delle rassicurazioni fornite circa il “contenuto” impatto ambientale del rigassifigatore in questione nonché delle altre garanzie connesse alla sua sicurezza, quella nave infatti tratterà qualcosa come 5 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto mentre l’errore umano è sempre dietro l’angolo, specie se si lavora in mare e con materiali altamente infiammabili, come infatti hanno tragicamente insegnato l’incendio del Moby Prince prima e quello alla stazione ferroviaria di Viareggio poi, due incidenti inaccettabili per come si sono verificati e che oltre a vedere il coinvolgimento di un’imbarcazione e di un carico di gas, guarda un po’ il caso, causarono la morte di 172 persone bruciate vive.
Sulla scorta di tali tragici precedenti e per nulla fiduciosi della linea che la larga maggioranza del Parlamento italiano sta criminalmente mantenendo per finanziare la guerra dell’askenazita Zelensky e del suo mandante Biden, Piombino è scesa in piazza per dare finalmente il via ufficiale alla sua lotta in una manifestazione indetta dall’Unione Sindacale di Base (che è cosa ben diversa dalle ormai vendutissime Cgil, Cisl e Uil) alla cui testa si è messo il Sindaco della città, Francesco Ferrari, eletto primo cittadino nel 2019 con un largo consenso e candidato nelle liste di centrodestra.
Nella stessa manifestazione Ferrari ha ribadito il secco NO della città al rigassifigatore, non lesinando argomentazioni validissime a tale rifiuto, chiedendo perciò al Presidente della Regione Toscana, il “piddino” Eugenio Giani, d’intervenire al riguardo.
Pur ammettendo la buonafede e la dovuta impronta istituzionale del Sindaco Ferrari, su tale sua istanza ci sia almeno consentito di sorridere giacché lo scorso giugno, nell’intuibilissimo intento di lasciare ampio quanto lungo strascico alle sue scellerate e fallimentari politiche eterodirette, Mario Draghi – poco prima di dichiarare le sue dimissioni – si è premunito di firmare appositi DPCM di nomina per lo stesso Giani nonché per l’altro suo replicante (sempre “piddino”) Stefano Bonaccini, che come il collega toscano si è trovato investito della carica di “Commissario straordinario per i rigassifigatori della Regione Emilia Romagna e della Regione Toscana”.
Due nomi non a caso poiché scelti tra i Governatori tra i più “talebani” in tema di obbligo vaccinale e d’infame tessera verde, dunque adattissimi ad una linea d’intransigenza verso le legittime pretese della popolazione interessata da queste pericolose, costosissime (ed inquinanti) strutture, in altre parole gli scagnozzi che sul territorio debbono garantire senza intoppi e senza riserve gli interessi di “Sleepy Joe” e della “Strega di Albrecht”.
A “difesa” di Giani c’è però da rilevare come quest’altro stalliere di Draghi non abbia certo mandato a vuoto le richieste del Sindaco piombinese, la sua cortese risposta non si è perciò fatta attendere.
Nel perfetto “stile” del suo partito, ormai sfacciato mandatario di chi vive in lussuosi residence puntualmente lontani mille miglia da rigassifigatori, inceneritori, raffinerie ad altre “eco-perle” sul genere, Giani ha placidamente ribattuto che l’interesse e l’economia nazionali hanno comunque la priorità; parole affermate oggi stesso anche dal rappresentante di Italia Viva, Davide Faraone, che ha rincarato la dose dichiarando di non poterne più di questi NO alle grandi infrastrutture provenienti dalle comunità locali, che secondo lui bloccano lo sviluppo del Paese e che penalizzano soprattutto la povera gente costretta a pagare bollette salatissime. Davvero commovente…
Ecco dunque a Voi, cari Piombinesi, il drammatico tavolo che questi tracotanti e bugiardi figuri già si preparano ad apparecchiarvi…
Noi crediamo che il Vs. territorio, al contrario di quanto dice oggi questa gentaglia che usa instillare nella gente sensi di colpa meglio di quanto i Borgia infilassero veleni tra le vivande dei loro avversari, abbia già dato (e moltissimo) al benessere della Nazione, come NON crediamo che possano esistere altre alternative a questo nuovo SCEMPIO che si sta per perpetrare sulle vostre vite, se non quello della LOTTA APERTA.
È dunque ora che irrompiate sulla scena, ciacciate questi trafficanti dal vostro territorio e diventiate finalmente padroni delle vostre vite, perché Piombino può davvero rappresentare il punto di svolta e quello di riscatto dell’intero Popolo italiano dalla mortale schiavitù del Globalismo.
di Pamela Testa