Si avvicina l’anniversario del 9 ottobre. Dopo un anno, la rottura provocata tra mondo del lavoro e rappresentanza sindacale e politica è ancora forte. Ricorderete tutti che la CGIL, con il suo segretario Maurizio Landini, fu tra i primi a firmare per il green pass, costringendo migliaia di lavoratori a non poter andare più a lavorare, se non si fossero sottoposti alla vaccinazione obbligatoria. Ce lo ricordiamo tutti, il giorno dopo la grandiosa manifestazione popolare abbracciato con Mario Draghi. Fu la prima volta che il massimo rappresentante sindacale abbracciava l’uomo della grande finanza apolide, uno dei responsabili delle privatizzazioni e del terremoto politico che partì nel 1992, dopo la famigerata riunione sul panfilo Britannia.
All’epoca parlavano di qualche milione di pazzi. Oggi scrivono di 15 milioni di italiani, un quarto della popolazione, senza considerare i minori. In sostanza, i manifestanti del 9 ottobre, i 100000 di Piazza del Popolo, accusarono soprattutto la CGIL per aver tradito il mondo del lavoro e così chiesero a gran voce di incontrare Landini, sotto al ‘suo’ palazzo, assediato da migliaia di persone.
Visto che oggi la sinistra fucsia e arcobaleno è in evidente affanno, cosa fa Landini? Esattamente quello che tutto questo mondo fa nei momenti di crisi, senza idee forti, né progetti popolari. Lancia il solito amo, con l’esca ghiotta per tutti: l’antifascismo. E quando lo fa? A ridosso dell’anniversario del 9 ottobre, il sabato 8. Ovviamente non di domenica, perché la gente sta in famiglia, ma il sabato, per la rituale passeggiata con tanto di pullman pagati con le tessere dei lavoratori…
Quindi che fa la sinistra fucsia e arcobaleno? Abbocca subito all’amo. Perché lasciarsi sfuggire un’occasione così ghiotta come l’antifascismo? Sappiamo bene che non esiste alcun pericolo fascista, ma questo antifascismo in assenza di fascismo continua ad essere come il vestito buono lasciato dentro all’armadio, da tirare fuori nelle occasioni utili…
Il 9 ottobre, che il mainstream ha criminalizzato per i famosi 120 secondi, ha segnato una data epocale. I lavoratori e le famiglie, senza più colori politici divisivi, sono scesi in piazza in massa come nessun partito era riuscito a fare negli ultimi 30 anni. Da ogni città d’Italia, senza agevolazioni economiche, nel clima di odio e violenza degli apparati dello Stato e dei media nei confronti di chi non voleva sottoporsi all’obbligo vaccinale ed al ricatto sociale.
Chi ha combattuto per la propria libertà sotto il Tricolore l’ha fatto senza finalità elettoralistiche o sensazionalistiche, come questi signori continuano a fare. Non appartenevano né appartengono alla sinistra fucsia né alla destra bluette. Sono tutte persone che per dignità e spirito di libertà hanno detto “NO” forte e chiaro al Great Reset. Alcuni con una consapevolezza maggiori, altri per sensazione, ma tutti insieme non si sono fatti ammaestrare da questi signori.
E così, oggi, 2022, lo spettro del fascismo viene sventolato per contrastare la destra bluette, che vincerà le elezioni, dopo aver ricevuto la benedizione del deep state statunitense per un cambio della guardia nella colonia Italia. Siamo costretti ancora a sentire questi vecchi tromboni della politica, come sentimmo già l’altro segretario, della CISL, Luigi Sbarra disse proprio la settimana dopo il 9 ottobre 2021: “cosa si aspetta a rendere obbligatorio l’obbligo vaccinale?! Grave che il governo e il Parlamento non l’abbiamo ancora fatto per mera convenienza politica e per nascondere contraddizioni all’interno della maggioranza. È grave che per non affrontare queste contraddizioni si siano scaricate conflitti e divisioni sul mondo del lavoro. Così si rischia di trasformare i luoghi di lavoro in trincee”.
Capito qual è la funzione dei sindacati oggi? Sono la stampella del governo dell’alto contro il basso. Non si guardino più le divisioni giacobine destra e sinistra, se non nelle loro riproposizioni caricaturali di destra bluette e sinistra fucsia! Osserviamo la vera divisione che oggi questi signori concorrono a ribadire: alto contro basso. È la lotta di sopraffazione dei dominanti nei confronti dei dominati. E molti di questi ultimi, purtroppo, abboccano ancora all’amo dell’antifascismo in assenza di fascismo come dell’anticomunismo in assenza di comunismo.
di Riccardo Bianchi