(Pubblichiamo questo comunicato, perché ne condividiamo ogni singola parola, ndr)
Le etichette servono per silenziare l’unica opposizione al sistema.
Il solito squallido attacco tramite le penne di Milano Today al grido “pericolo fascista” scritto sotto dettatura da parte di un’associazione “Memoria antifascista”, fa il paio con attacchi di senso opposto sul “pericolo comunista” ricevuti da non ben definiti estremi destri da tastiera con il braccio a molla.
Entrambi i fronti sono scandalizzati per le nostre iniziative culturali che organizziamo sui territori di Milano, Lecco e Bergamo e in tutta Italia.
Gli uni ci dipingono come fanatici fascisti.
Gli altri come fanatici comunisti o radical chic.
Scegliete voi l’opzione che più vi piace.
Solo per questi attacchi provenienti da mondi avversi, dovremmo essere contenti: scontentare tutti i reazionari rossi e neri è già per noi un successo.
Fa comodo fermare l’orologio della storia al tempo della lotta fratricida e degli odi.
Mentre ci si perde tra grida e scandali, il Paese regredisce, strangolato dal cappio mondialista tenuto ben stretto dall’élite apolide finanziaria che domina i governi nazionali, di sinistra e destra, da trent’anni.
La tattica, lo schema, portato avanti dalle consapevoli e inconsapevoli pedine, è quella di cercare di screditare tutti i movimenti antisistema accusandoli di estremismo, fascismo e comunismo.
La lotta al Green pass ha utilizzato esattamente gli stessi metodi.
Agitare davanti al toro lo straccio rosso per fargli perdere ogni freno ed attaccare a testa bassa.
Pazienza quali temi vengano portati avanti. Pazienza se non si critica nel merito dei contenuti.
Bisogna abbattere l’avversario a prescindere: screditando, bollando, diffamando.
Lo diciamo per l’ennesima volta.
Siamo associazioni e movimenti politici che hanno superato la dicotomia destra e sinistra non credendo più in parole d’ordine che il sistema usa per dividere i suoi avversari e che appartengono al secolo passato.
Fascismo e Comunismo sono categorie politiche inadeguate all’analisi della nostra tormentata contemporaneità. E per quanto radicate nella storia della politica novecentesca, mostrano oggi tutti i limiti e l’incapacità di leggere e risolvere gli straordinari problemi che l’inedita conquista tecnologica pone all’Umanità intera.
Riteniamo infatti che il pericolo stia ora in un nuovo profilo di totalitarismo, che tende a una nuova forma di schiavitù basata sul cybercapitalismo transumanista.
Superiamo le barriere tra destra e sinistra per combattere questo nuovo nemico, collaboriamo su precisi temi e iniziative a prescindere dalla provenienza ideologica di chiunque.
Crediamo in un progetto: rivoluzionario, conservatore, socialista, comunitario, patriottico; usiamo questi termini per rappresentarci, pur avvertendo il peso di una definizione che ci va stretta, facendo essa il verso rotto a stilemi del ‘900.
Non a caso tra le nostre fila militano persone di diverse provenienze, che non rinnegano nulla delle precedenti esperienze, ne sottolineano i mali e i pregi, ma non si battono per una restaurazione né di destra e né di sinistra, ridicola al solo pensarci.
Chiunque avversi capitalismo, liberismo, atlantismo ed europeismo è un nostro interlocutore.
Il popolo italiano ha necessità di giustizia sociale, sovranità e indipendenza, non di essere spaventato e terrorizzato dai fantasmi del passato, o di essere anestetizzato per poi venire stritolato da élite finanziarie transnazionali, supportate da quegli scherani nostrani costantemente all’opera e costantemente capaci, come in questo caso, di ammantarsi di grottesco.