Quel 9 ottobre 2021, a pochi giorni dall’introduzione del Green Pass, dal palco di Piazza del Popolo urlai: “Noi siamo il Popolo!”.
Una, dieci, forse 20 volte!
Oltre 100.000 dissidenti urlarono lo stesso motto insieme a me, insieme a noi!
Urlai che quel giorno avremmo fatto la storia.
Le cose non sono andate perfettamente come avevamo previsto e voluto, ma al di là della repressione e della criminalizzazione, delle pugnalate alle spalle del “dissenso controllato”, possiamo dire di aver vinto!
E sì abbiamo vinto!
Ricordate sempre cosa dissi da quel palco?
“Non siamo un partito, non siamo un sindacato. La vecchia politica non ci sta capendo nulla. Destra e sinistra non ci riconoscono. Tutti sono contro di noi. Ma noi siamo il Popolo!”
Il nostro fratello di lotta Taormina chiamò quella piazza Pentecoste di Libertà, perché tante persone, migliaia, milioni… che parlavano ognuno la lingua della propria storia e del proprio passato, quel 9 ottobre iniziarono a parlare la stessa lingua e a scrivere la stessa storia.
Come tante fiamme illuminammo Roma di lotta ed inni.
Quel “La gente come noi non molla mai” urlato tra i palazzi del potere, con i nostri fratelli e le nostre sorelle di lotta, forte come un’onda che, almeno per un giorno, ha messo in ginocchio il sistema, diventò l’inno della resistenza!
100.000 voci, un solo cuore: “Lavoro e Libertà! Lavoro e Libertà!” gridato contro l’apartheid della Carta Verde.
Quel Tricolore innalzato al cielo come simbolo di unità delle forze militanti e popolari.
Una sola bandiera, un solo popolo.
Inutile che provate a infangare quel 9 ottobre.
Quella è la nostra vittoria.
Pagata a carissimo prezzo.
Peggio ancora tradita da troppi Giuda che, al vanto del sangue, hanno preferito la bassezza della saliva.
Lo so bene, lo sappiamo benissimo: siamo la vostra cattiva coscienza.
Per questo ci odiate tanto!
Ma noi oggi non siamo reduci, siamo ancora quel passo in avanti che segna il cammino.
E vogliamo continuare a combattere e a vincere ancora.
Ci volevate sotterrare… non avevate capito che eravamo semi!
Dal 7 marzo non facciamo che ripetere che quello in corso è un cambiamento epocale e non lo avete deciso voi, non lo abbiamo deciso noi.
È un golpe globale.
Come una guerra.
In Italia, 60 milioni di connazionali, alla stessa ora, sono stati rinchiusi agli arresti terapeutici preventivi di massa.
Poi costretti al distanziamento, al bavaglio, alle chiusure, alla vita a fasce orarie ed infine all’apartheid del Green Pass e all’infame ricatto “se non ti vaccini non lavori. Se non lavori non mangi!”
Sapevamo benissimo che questa nuova guerra ci avrebbe fatto perderete affetti ed amicizie, era ed è fatale.
Se tanti amici abbiamo perduto, ce ne siamo fatti di nuovi, entrando in contatto con persone che condividono OGGI i nostri ideali e le nostre convinzioni di libertà!
Persone di cui, magari, fino a ieri ignoravamo l’esistenza.
O addirittura li consideravamo nemici.
Il processo è già in atto e non si può fermare.
Non resta che farsene una ragione e accettare, con un po’ di fatalismo se vogliamo, che cambiare è un puro e semplice atto di adattamento per la propria sopravvivenza e per questa rivoluzione in corso.
È andata e sta andando proprio così.
La buona notizia è che abbiamo vinto. Abbiamo resistito e alla fine abbiamo vinto.
Attenzione: non la guerra, solo una battaglia.
Ce ne aspettano molte altre, forse più difficili.
Ma intanto, questa contro il Green Pass, per ora, l’abbiamo vinta.
Chi ha resistito oggi può dire di aver vinto.
Chi ha perso amici, ma ne ha trovati di nuovi, ha vinto.
Chi si credeva solo, ma ha scoperto, anche per caso, anche inconsapevolmente, di far parte di una comunità ha vinto.
Chi ha costruito un blog, un canale, un’associazione, un movimento, chi ha combattuto e ha perso, ha comunque fatto la differenza.
Ha lasciato una base, un riferimento, un esempio, un modello che altri seguiranno.
Forse ancora non ce ne rendiamo conto, ma è nato un grande popolo.
Ancora si fatica a vederlo.
È un sottobosco ancora informe, sfilacciato, disaggregato, incoerente, anche polemico e litigiosi.
Ma è una comunità!
Che è forte e continua a crescere.
Il regime, l’oppressore, i tiranni del Capitalismo 4.0 lo sanno benissimo e per questo hanno paura.
Così come hanno una paura fottuta i nostri vecchi amici.
Sanno che presto o tardi saremo una massa (che) critica che spazzerà via il sistema ed i suoi servi.
Per questo stanno spingendo sull’acceleratore.
Per questo ci hanno tenuto per mesi nelle patrie galere, per questo ci privano ancora di libertà, per questo hanno usato il “dissenso controllato” per dividerci.
Ma non ce l’hanno fatta.
Non ce la fanno.
Non ce la faranno!
NOI SIAMO ANCORA QUA!
Buon anno a tutti noi.
A chi ci segue dal primo giorno, ai nuovi arrivati, a chi ci ama, a chi ci odia, a chi ci parla bene e anche a chi parla male.
Il vostro veleno è la vostra sconfitta.
Buon Anno ai resistenti della prima ora e a quelli che si sono aggiunti dopo.
NOI SIAMO IL POPOLO!
Fatevene tutti una ragione.
Addio camerati, addio compagni…
Che questo 2022 divida per sempre le nostre strade.
Abbiamo un popolo da liberare, un tiranno da abbattere.
Dobbiamo affrontare la più grande offensiva globalista della storia dell’umanità.
Abbiamo perso amici, compagni e camerati vero…
Ma abbiamo trovato tantissimi fratelli e sorelle di lotta… e con loro abbiamo vinto e vogliamo vincere ancora.
Per la lotta di liberazione!
Per un 2023 di resistenza!
Giuliano Castellino