Tutti noi, cittadini dell’Europa, stiamo pagando un prezzo pesantissimo per questa Crisi storica internazionale, provocata dalla guerra in Ucraina tra la Russia e la NATO, che combatte per mezzo dell’esercito di Kiev.
Dietro la solita menzogna di difendere “la libertà e la democrazia”, gli USA e l’Europa finanziano da marzo con 5 miliardi di euro al mese il governo neonazista di Zelensky per prolungare il più a lungo possibile questa guerra, allo scopo di indebolire e destabilizzare la Russia.
Mentre la NATO utilizza come carne da cannone le truppe ucraine, addestrandole, rifornendole continuamente di armi con una spesa di circa 20 miliardi di dollari al mese e organizzandone tutte le operazioni militari col supporto diretto dei servizi d’intelligence anglo-americani e dei propri reparti speciali camuffati da mercenari stranieri. L’Italia e tutti i Paesi europei stanno correndo veloci verso la rovina (programmata ?), a causa della sudditanza originaria e congenita di “questa Europa” rispetto agli ordini che giungono da Washington, eseguiti servilmente e con la massima passività politica da un governo oligarchico sovranazionale di super-burocrati non eletti da nessuno che, attraverso la Commissione Europea di Bruxelles, determina il destino dei Popoli di tutta l’Europa.
Per eseguire gli ordini di Washington, i governi europei hanno dichiarato guerra alla Russia con durissime sanzioni economiche che, tuttavia, hanno prodotto soprattutto effetti controproducenti e disastrosi per l’Europa.
La rinuncia agli scambi commerciali con la Russia, ai rifornimenti di gas e petrolio russo, hanno affossato l’economia europea, distruggendo la competitività del suo apparato produttivo industriale e facendo schizzare alle stelle l’inflazione e il carovita.
Non è vero che le sanzioni stanno funzionando contro la Russia.
Le sanzioni stanno invece autodistruggendo l’Europa.
Solo ad agosto le banche e le aziende europee, che hanno interrotto le relazioni economiche con la Russia, hanno perso più di 100 miliardi di euro di valore di mercato. In Europa e in Italia, già a partire dal mese entrante di ottobre, saranno migliaia le aziende che, andando in perdita, fermeranno la produzione e inizieranno a licenziare.
Questo perché gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno vietato all’Europa continentale di ricevere petrolio dalla Russia e ora anche il gas, dato che la rete North Stream 1 è stata anche sabotata, mentre il gasdotto North Stream 2, pur terminato, non è mai stato messo in funzione dalla Germania sempre per le pressioni politiche esercitate sul governo di Berlino da Washington.
Questa politica suicida delle sanzioni, imposta all’Europa dagli USA e messa in pratica da quasi tutti i governi europei, ha determinato un’impennata dei prezzi internazionali dell’energia e delle comodità, facendo scendere la qualità della vita dei Popoli Europei verso i livelli del Terzo Mondo: infatti, nel quadro della crescente povertà, il problema imminente è diventato oggi quello di trovare un modo alternativo e non troppo costoso di riscaldarsi durante l’inverno.
In questa situazione drammatica, appare del tutto surreale l’atteggiamento di questa Commissione europea che continua a ripetere che tutto va bene perché nel 2026, cioè fra 3 anni, forse si riuscirà a sostituire il gas russo con altre fonti di energia. L’Europa e l’Italia, dunque, affondano. Ma chi ci guadagna da questa situazione?
Non certo la Russia, anche se sta resistendo bene alle sanzioni. Non certo l’Ucraina, che ormai ha perso la sovranità statale, i territori più produttivi, gli impianti industriali e oltre 100.000 uomini nella guerra, perché morti o gravemente feriti.
Perciò, non c’è dubbio che a guadagnarci siano stati finora solo gli Stati Uniti. In primo luogo, sono riusciti a tagliare ogni relazione economica tra Russia ed Europa, distruggendo la competitività economica proprio del Vecchio Mondo.
In secondo luogo, hanno iniziato a esportare il loro gas liquefatto in Europa a prezzi 10 volte maggiori rispetto al gas naturale russo; cosa che prima delle sanzioni sarebbe stata impossibile.
In terzo luogo, sulla rovina economica dell’Europa, gli Stati Uniti hanno attratto il flusso dei capitali finanziari internazionali verso il dollaro, facendo perdere valore all’euro. In quarto luogo, gli USA stanno attraendo nella loro economia reale anche gli investimenti dei grandi capitali globali europei: questi hanno già iniziato a chiudere le fabbriche in Europa per aprirle oltre Atlantico, dove l’energia costa meno; così che l’Europa già si sta deindustrializzando, mentre gli USA si stanno re-industrializzando.
Pertanto, l’Europa è stata la vittima sacrificale di questa guerra ibrida tra la NATO e la Russia, che non è altro che la lotta per il dominio delle catene di valore del mercato mondiale tra i gruppi multinazionali dell’ordine unipolare occidentale, sorto con i processi di globalizzazione succedutisi dal 1991 al 2007, e la potenza economica dirompente del nuovo ordine mondiale multipolare che, istituito nel 2014 da Cina e Russia, oramai coinvolge in maniera libera e cooperativa ben 138 Paesi, come India, Brasile, Sudafrica, Indonesia, Iran, Venezuela, Pakistan, Argentina ecc., ossia il 70% dei Popoli della Terra, distribuiti in Asia, Africa e America Latina in modo “TRICONTINENTALE”.
L’attuale tragedia dei Popoli europei deriva dal fatto che, attraverso l’organismo oligarchico sovranazionale della UE, l’Europa è coinvolta in questo tentativo di difendere, contro l’avanzata della nuova Realtà Multipolare, la declinante egemonia mondiale occidentale retta dagli USA attraverso la NATO, il FMI, la Banca Mondiale, il G7 e un prodigioso apparato mediatico “embedded” di propaganda mediatica centralizzata.
In questo contesto, l’ITALIA, pur dotata di una posizione geografica strategica e di eccellenti ricchezze industriali, artigianali, agroalimentari e paesaggistiche, frutto del suo know how diffuso e di una storia trimillenaria, si ritrova attualmente priva di vera sovranità statale, poiché tutto il ceto politico nazionale, che finge di alternarsi al governo, appartiene in realtà a una stessa cricca, sottomessa al controllo sovranazionale della UE e agli ordini dei grandi gruppi di capitale monopolistico.
La penetrazione sub-culturale profonda del Postmodernismo e il rigido controllo accademico degli insegnamenti in quasi tutti gli atenei hanno privato di ogni spirito critico le menti dei giovani, almeno quelli delle ultime tre generazioni, rendendole incapaci di avanzare una seria rivendicazione politica rispetto al loro futuro, che non è certo roseo.
Le giovani generazioni sono state plasmate mentalmente, da un lato, dalla cultura relativistica post-moderna e, dall’altro, dal vecchio pensiero oscurantista, che le hanno alienate dai valori del lavoro e della democrazia, che in Italia si sono affermati con la Carta Costituzionale e con le lotte politico-sociali degli anni Settanta.
La classe lavoratrice che patisce di più lo sfruttamento, aumentato in maniera esponenziale dal 2010 a oggi, non ha punti di riferimento partitici per esprimere una posizione antagonista al sistema.
E ciò si traduce, al momento delle consultazioni elettorali, nell’astensione come espressione (inutile) di dissenso, o nel voto per il movimento 5 stelle oppure per qualche listino anti-sistema, che appare sempre all’ultimo momento, in prossimità delle elezioni, finendo sempre per fare un buco nell’acqua, che torna utile solo al nemico. I listini elettorali anti-sistema non si formano mai come conseguenza diretta di un percorso collettivo, teso quotidianamente a fare opposizione politica per la tutela degli interessi generali del popolo, bensì nascono (e poi muoiono) rapidamente, come i funghi, per l’iniziativa e gli interessi personali di personaggi narcisisti e vanagloriosi, che lavorano (così pare) solo per confondere le idee di chi vorrebbe schierarsi contro il sistema, ma non sa cosa fare.
Al di là di questa Sinistra a frantumi, dopo lo scioglimento del PCI che ha fatto tabula rasa di ogni possibilità di AUTODIFESA e GARANZIA LEGALE CONCRETA, c’è il PDS-DS-PD che si è rivelato, insieme alle sue varianti limitrofe, il partito piano perfetto di tale processo dissolutivo, dato che tutti i suoi vari dirigenti-fantocci liberisti hanno distrutto completamente ogni anticorpo popolare e ogni interesse verso il bene comune.
COME FARE PER USCIRNE FUORI ?
MAI COME IN QUESTO MOMENTO NON E’ POSSIBILE SEPARARE IL QUADRO INTERNAZIONALE E CONTINENTALE DAI PROBLEMI INTERNI!
I nemici del Nostro Popolo, oltre che a falsificare la realtà dell’Operazione speciale di polizia e liberazione dell’Ucraina, corrotta e neo-nazista, altro che fare le pulci alle nostrane fiamme tricolori, aldilà di un oggettivo insegnamento storico, tendono ad oscurare alle masse popolari l’importanza e la centralità del QUADRO INTERNAZIONALE… CHE E’ INVECE VA RICOLLEGATO A OGNI PIU’ IMPELLENTE E CONCRETA RIVENDICAZIONE VITALE!
Per questo LA LOTTA A QUESTA SPORCA GUERRA NATO E PER LA COSTRUZIONE DI UN GRANDE MOVIMENTO PER LA PACE DIVENTA IL PRIMO PUNTO DEL COSA FARE TUTTI INSIEME OGGI!
E LA LOTTA PER LA PACE E’ INTRINSECAMENTE LEGATA A QUELLA CONTRO IL CAROVITA E LA CADUTA VERTICALE DELLE CONDIZIONI MATERIALI DI VITA, GIA’ PEGGIORATE DOPO 3 ANNI DI CRISI PANDEMICA.
SOLTANTO CON UNA MOBILITAZIONE LARGA, RADICALE E RADICATA, COSCIENTE E FERMA, SENZA OPPORTUNISMI O AMBIGUITA’ NE’ CODARDIA POLITICA, SI PUO’ COSTRUIRE DAL BASSO L’OPPOSIZIONE ALL’ESISTENTE.
PREMENDO SUL TERRITORIO PATRONATO SU PATRONATO, SINDACATO PER SINDACATO, TIRANDO MIGLIAIA DI GIACCHETTE CON DUREZZA E LOGICA, POTREMO RIUSCIRE A CAMBIARE “L’AGENDA POLITICA” DELLA DISTRUZIONE COSTANTE DEL NOSTRO PAESE E DELL’IMPOVERIMENTO CRESCENTE DI MILIONI DI ITALIANI.
COMPAGNI, PATRIOTI, SINCERI DEMOCRATICI, SFIDUCIATI ED INDIGNATI: VI CHIAMIAMO AD UNA NUOVA E CHIARA INEDITA ED UNITARIA LOTTA
VIA DALLE ACCHITTATE COALIZIONI ELETTORALI!
VIA DAGLI ASFITTICI GRUPPETTI!
VIA DAI SOCIAL MEDIA PAROLAI!
VIA DALLE CHIACCHIERE PERFEZIONISTE E ATTENDISTE COSTRUIAMO UN GRANDE FRONTE PRIORITARIO DI PACE E LAVORO!
BISOGNA OSARE PER VINCERE !
BISOGNA OSARE UN IMPEGNO UNITARIO!
PER IL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA E IL CAROVITA