di Fabio C. Maguire
Il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha recentemente dichiarato che il suo esercito è pronto per lanciare la tanto attesa controffensiva, inizialmente primaverile ed ora estiva.
Il capo di Kiev ha dichiarato con convinzione che l’Ucraina riuscirà nella sua missione, precisando però di non essere a conoscenza di quanto tempo avrebbe richiesto la controffensiva o quanto bene sarebbe andata.
“Ad essere onesti, può andare in una varietà di modi, completamente diversi. Ma lo faremo, e siamo pronti”, ha detto Zelensky, dopo mesi di addestramento delle truppe e significative donazioni di armi dall’ovest.
Le operazioni, secondo The Guardian, sarebbe già iniziate, “operazioni iniziali di modellazione, compresi gli attacchi missilistici a lungo raggio contro i centri militari russi”.
Nonostante la sua ferma convinzione di successo, il presidente ucraino ha espresso la propria preoccupazione per la quantità di vite ucraine che saranno perse nel corso dell’attacco.
Infatti, ha dichiarato che saranno molte le vittime che si registreranno nel corso della controffensiva, un numero alto e al momento incalcolabile.
Questo sarebbe dovuto alle massicce linee difensive erette dalle forze russe nonché dalla loro superiorità tattica e militare.
La Russia, inoltre, dispone di una grande forza aerea in grado di supportare sia l’offensiva dei suoi che contemporaneamente monitorare e neutralizzare i movimenti ucraini oltre il confine.
Secondo il quotidiano britannico, Mosca dispone ancora, dopo oltre quindici mesi di conflitto, di un reparto aereo e di artiglieria intatto, potente e operativo.
Il presidente ucraino ha affermato di avere a disposizione armi e attrezzature, fornite dall’Occidente, ma di non essere adeguatamente preparato per un conflitto a lunga durata.
Infatti, all’ultimo vertice della Comunità europea in Moldavia, Zelensky si è esibito nella solita commedia, chiedendo a gran voce nuovi equipaggiamenti e in particolare i caccia F-16.
Il presidente ha insistito molto su quest’ultimo punto, ritenendo il successo della controffensiva prescindere dai caccia occidentali.
Sulla questione si è esposto, oltre che il Segretario all’aeronautica USA, Frank Kendall, il politologo americano Stephen Brien e il capo degli Stati Maggiori riuniti Mark Milley, anche Brynn Tannehill, ex pilota della Marina USA e ora analista per la RAND Corporation.
Secondo la Rand, la pretesa di Washington di addestrare piloti ucraini per gli F-16 in un tempo record di quattro mesi è quantomeno dubitativa. Ma, soprattutto, afferma Tannehill, i piloti non sono l’unico fattore di utilizzo di tali velivoli: al momento, Kiev «non è in grado di utilizzarli, assicurarne la manutenzione e l’efficienza».
E non solo, Tannehill parla di “una situazione molto complicata”, con diversi paesi che riforniscono Kiev di F-16 “obsoleti”.
Questi paesi, come l’Olanda, lo faranno per sbarazzarsi delle vecchie versioni per acquisirne delle nuove.
«Senza piani di supporto, questi velivoli, andrebbero rapidamente fuori uso e si trasformerebbero in bersagli immobili per i missili aria-terra russi. L’Ucraina probabilmente non sarà in grado di schierare operativamente F-16 fino alla fine dell’anno, se non più tardi».
Tannehill si dice convinto che i velivoli ucraini non abbiano chances contro i MiG-31 e Su-35 russi, che sono in grado di intercettare e colpire gli F-16 ucraini, prima ancora che i piloti ucraini possano individuarli: «vecchi Su-27 e MiG-29 d’epoca sovietica, o vecchi F-16 non possono mutare l’equilibrio delle forze a favore dell’Ucraina».
Zelensky, nelle sue recenti apparizioni, ha anche commentato il futuro presidenziale degli Stati Uniti, dichiarando di essere seriamente preoccupato per una possibile rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Nell’intervista, Zelenskiy ha affermato che un cambio di presidente potrebbe influire negativamente sul sostegno militare attualmente vitale degli Stati Uniti. “In una situazione come questa, quando c’è supporto, hai paura dei cambiamenti”, ha detto.