di Fabio C. Maguire
La Santa Sede si è espressa sulla guerra in Ucraina all’inizio di questa settimana, con Papa Francesco che ha suggerito a Zelensky di alzare bandiera bianca e di iniziare un dialogo costruttivo con la Russia.
Il Vaticano ha, sin dall’inizio degli scontri, mantenuto un profilo equo e imparziale, evitando di assoggettarsi totalmente alla propaganda occidentale e invitando le parti alla pace e alla diplomazia.
Spesso la Santa Sede è stata bersagliata dai giornali guerrafondai per aver tentato di avere un incontro con Vladimir Putin, oltre che con il Presidente ucraino, accusandolo anche di parteggiare per Mosca in diverse occasioni.
L’approccio del Papa è coerente con la dottrina cristiano-romana del dialogo e della ragionevolezza, teso a salvare un vecchio continente alla deriva, apparentemente impaziente di autodistruggersi.
Papa Francesco ha quindi esortato Zelensky ad acconsentire alle trattative e di parlare con la Russia proprio perché “la guerra è sempre una sconfitta, dunque, dobbiamo fare tutti gli sforzi per trattare, per finire la guerra”.
Il sito francese “Intelligence Online” ha poi pubblicato la richiesta dell’ambasciatore russo, Ivan Soltanovsky, al Papa di incontrare il Presidente Putin a Mosca il prossimo giugno.
Potrebbe esse questa un’opportunità importante per giungere ad un’intesa che possa portare ad un accordo tra Russia e Ucraina, in virtù dell’autorità spirituale che il Papa rappresenta.
In un paese fortemente cristiano e sensibile all’anima umana, la parola del Santo Padre potrebbe risultare decisiva a sbrogliare una situazione in cui gli alti rappresentati politici di caratura internazionale hanno precedentemente fallito.