di Fabio C. Maguire
Nel Comunità europea c’è una voce che stona e rende meno armoniosa la sinfonia decantata dal Parlamento di Bruxelles.
Una voce che stride la melodica narrativa militarista europea.
Il Presidente ungherese Viktor Orban si è contraddistinto nell’orchestra comunitaria per le sua voce dissonante e contrastante.
Mentre i vari leader europei si apprestano a ratificare l’ennesimo pacchetto multimiliardario destinato all’Ucraina, il primo ministro ungherese ha anticipato l’incontro del Consiglio europeo con un video criticando la richiesta avanzata dall’esecutivo di Bruxelles agli Stati membri di allocare circa 65,8 miliardi di euro in più al bilancio comunitario.
I soldi verrebbero ripartiti tra il sostegno a lungo termine per l’Ucraina, a cui saranno destinati circa 50 miliardi, e le politiche sull’immigrazione, circa 15 miliardi.
“Tra poco inizierà il Consiglio europeo, ma qui in città tutti si fanno la stessa domanda, dove sono i soldi?”, ha raccontato il premier ungherese.
Orban ha spiegato nel suo videomessaggio la richiesta della Commissione ai governi nazionali di contribuire con altre “centinaia di miliardi di euro” al bilancio, convocando sul banco degli imputati le stesse istituzioni europee. “Come si è prodotta una situazione del genere? Come ha fatto l’Unione Europea ha finire sull’orlo della bancarotta?”, ha domandato Orban.
“Vogliono che versiamo altri 50 miliardi di euro da dare all’Ucraina, quando non sono neppure in grado di rendere conto dei soldi che abbiamo dato sinora.”
“Vogliamo sapere per cosa sono state spese le ingenti somme di denaro donate finora,” ha proseguito il Presidente ungherese.
Ed infine ecco la verità: “Vogliono altri soldi dagli Stati membri per ripagare gli interessi sui prestiti Ue promessi e mai versati a Polonia e Ungheria. Vogliono da noi altri soldi per per la migrazione: ma non per proteggere le frontiere, per fare entrare altri migranti. E ovviamente non si sono dimenticati delle loro tasche: ci chiedono miliardi di euro per aumentare gli stipendi dei burocrati di Bruxelles”.
Il premier ha chiesto a gran voce di “voler sapere come stati quei fondi ingenti che abbiamo già versato. Secondo, vogliamo sapere chi è responsabile di aver portato l’UE sull’orlo della bancarotta.”
Intervenuto poi ad una radio locale, il premier ha spiegato che “una cosa è chiara, noi ungheresi non daremo più soldi all’Ucraina fino a quando non diranno dove sono finiti i precedenti fondi per un valore di circa 70 miliardi di euro.”