di Fabio C. Maguire
Ennesima notte di bombardamenti su Gaza ad opera dell’esercito israeliano.
Dall’inizio degli scontri sono stati assassinati circa 5.000 palestinesi, di cui 1.800 bambini.
Questo è il risultato della politica suprematista di Tel Aviv che continua ad uccidere civili inermi davanti al silenzio dell’Occidente collettivo.
A Gaza ogni 15 minuti un bambino viene ammazzato dalle bombe dell’IDF, un atto di crudeltà inaudito e disumano, senza precedenti nella storia.
L’incontro che si è tenuto al Cairo, senza la partecipazione di Stati Uniti, Israele e Russia, non è stato proficuo per una risoluzione diplomatica della crisi.
Ad aver ostacolato i tentativi di mediazione sono stati i paesi occidentali che hanno boicottato il lavoro svolto dal Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
La divergenza sorge laddove l’Egitto ha deciso di non condannare le azioni di Hamas, una particolarità che ha destato scalpore tra i delegati europei che hanno perciò “saggiamente” deciso di interrompere gli sforzi di collaborazione con il mondo arabo.
Nel frattempo a Gaza, in Cisgiordania e in Siria si continua a morire sotto i colpi incessanti sparati “dall’unica democrazia del Medio Oriente”.
55 i palestinesi ammazzati nella Striscia, mentre altri 5 nella Cisgiordania occupata che, secondo il Ministero della Sanità palestinese, porta a 90 il numero complessivo delle vittime nella zona.
Per i civili anche i luoghi di culto, come Moschee e Chiese, sono diventati posti insicuri.
Infatti, Tel Aviv ha distrutto dal 7 ottobre circa 31 Moschee nelle regione e raso al suolo la Chiesa di San Porfirio, la terza più antica del mondo.
In Siria l’esercito israeliano ha colpito nuovamente gli aeroporti di Damasco e Aleppo, causando ingenti danni alle piste d’atterraggio e la morte di un operatore.
Contemporaneamente la situazione nella Striscia di Gaza diventa “catastrofica”, secondo un rapporto delle Nazioni Unite.
Queste hanno dichiarato che se prima delle ostilità le condizioni di vita dei palestinesi residenti nella Striscia erano disperate, adesso si sono aggravate criticamente.
L’ONU ha invitato la comunità internazionale “a fare di più” per Gaza, sottolineando come circa 1,6 milioni di abitanti necessitano di “aiuti umanitari urgenti”.
Nel documento redatto dal servizio stampa dell’Organizzazione si precisa che, “tenendo conto delle due settimane di bombardamenti incessanti, delle infrastrutture civili distrutte, della carenza d’acqua, cibo, medicine, carburante e altri beni essenziali, il tempo sta scadendo prima che i tassi di mortalità salgano alle stelle.”
“Gli ospedali sono stracolmi di feriti. La popolazione civile ha sempre più difficolta ad accedere ai generi alimentari di base. I centri sanitari non hanno più carburante e funzionano con piccole quantità ottenute localmente. Si prevede xche finiranno il giorno successivo.
Le capacità di produzione dell’acqua è al 5% del livello normale”.
A sottoscrivere questo documento sono state le Nazioni Unite, OMS, UNICEF, UNFPA, UNDP e WFP.