Nell’anno 2000, sul sito dell’ONU, viene pubblicato (e poi cancellato, ma la traccia è rimasta nell’archivio web) un articolo su un rapporto del Settore popolazione del Dipartimento di Affari economici e sociali dal titolo:
“MIGRAZIONE SOSTITUTIVA: È una soluzione al declino e invecchiamento delle popolazioni?
Cosa si intende con migrazione sostitutiva? Si intende la migrazione internazionale di cui avrebbe bisogno un paese per fermare il declino e invecchiamento della popolazione conseguente alla bassa fertilità e bassa mortalità.”
Le proiezioni delle Nazioni Unite indicano che tra il 1995 e il 2050 le popolazioni del Giappone e virtualmente di tutti paesi europei probabilmente diminuiranno.
In alcuni casi, tra cui Estonia, Bulgaria e Italia, perderanno tra un quarto e un terzo della loro popolazione. L’invecchiamento della popolazione sarà diffuso, portando l’età media a un livello storicamente mai visto. Per esempio, in Italia l’età media salirà da 41 anni nel 2000 a 53 nel 2050. (…)
Andando avanti nella lettura, si ribadisce che l’Italia conoscerà il più alto declino nella popolazione.
Il rapporto ipotizza futuri scenari.
Il primo scenario:
“il declino della popolazione è inevitabile in assenza di migrazione di rimpiazzo.”
Dunque
“È necessaria una certa migrazione per impedire il declino della popolazione in tutti i paesi e le regioni analizzate nel rapporto. […]
Per l’unione europea un proseguimento nei livelli di immigrazione osservati negli anni 90 difficilmente sarebbe sufficiente per impedire il totale declino della popolazione, e in Europa in generale sarebbe necessario che l’immigrazione raddoppiasse.”
“Il numero di migranti necessari per impedire il declino della popolazione in età lavorativa è maggiore di quello necessario per prevenire il declino della popolazione totale.
(Dovesse verificarsi una migrazione sufficiente) gli immigrati e i loro discendenti rappresenterebbero tra il 30 e il 39% della popolazione nel caso di Giappone, Germania e Italia.”
Secondo scenario:
“In assenza di immigrazione, il rapporto di sostegno potenziale potrebbe essere mantenuto al livello attuale alzando il limite della popolazione in età lavorativa a circa 75 anni d’età.”
In conclusione :
“Le nuove sfide rappresentate dalla riduzione e l’invecchiamento delle popolazioni richiederanno un ripensamento generale di molte politiche e programmi consolidati, in una prospettiva a lungo termine.”
Da qui mi sorgono delle domande :
- Dopo aver inoculato la maggioranza del popolo italiano con un farmaco sperimentale a base mRna, è chiaro come questa RIDUZIONE possa essere possibile?
- È chiaro il ruolo delle navi sostenute dalle ONG piazzate in mezzo al mediterraneo? E il ruolo dei terroristi che le istituzioni europee hanno piazzato nei paesi come la Libia, dopo averla distrutta?
Pensateci…