di Fabio C. Maguire
Le Nazioni Uniti sono state autorizzate a visitare Guantanamo, la struttura detentiva degli Stati Uniti a Cuba.
L’investigatore dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, Fionnuala Ní Aoláin, ha spiegato, nel rapporto conclusivo della visita, che il trattamento sanitario destinato ai prigionieri è insufficiente e inadeguato per affrontare le gravi patologie di cui soffrono come lesioni cerebrali traumatiche, disabilità permanenti, disturbi del sonno, flashback e disturbo da stress post-traumatico non trattato (PTSD).
La relatrice ha raccontato che “questi uomini sono tutti sopravvissuti alla tortura, un crimine unico secondo il diritto internazionale, e necessitano di cure urgenti.”
Secondo Ní Aoláin, “la tortura rompe una persona, ha lo scopo di renderla impotente e impotente in modo che smetta di funzionare psicologicamente, e nelle mie conversazioni sia con gli attuali che con gli ex detenuti ho osservato i danni che ha causato”.
Nel documento dell’ispezione viene riportato che “la mancata fornitura di cure specialistiche incentrate sulla riparazione dell’impatto a lungo termine della tortura ha avuto un effetto cumulativo che equivaleva a “trattamento crudele, inumano e degradante” in violazione degli obblighi del governo degli Stati Uniti ai sensi delle convenzioni internazionali.”
“Senza eccezioni, ogni individuo che ho incontrato mostra condizioni mediche relative al danno fisico che ha subito dalla resa e dalla tortura, o un profondo disagio psicologico come ansia, depressione, trauma estremo e ideazione suicidaria”, ha detto Ní Aoláin al The Guardian.
La struttura è stata luogo di esecuzione del programma di torture a seguito dei tragici fatti dell’11 settembre, nell’ambito della lotta contro il terrorismo islamico internazionale.
Il programma è stato ideato dalla CIA con l’ausilio di due medici, James Mitchell e Bruce Jessen, nel 2002, eufemisticamente presentato all’opinione pubblica come “tecniche di interrogatorio potenziate”.
Secondo la relatrice speciale dell’ONU, il “fall-out fisico e psicologico dei prigionieri è ancora in corso.”
I detenuti del centro di Guantanamo sono stati sottoposti a trattamenti brutali e disumani, internati in campi di prigionia senza un processo e privati dell’assistenza sanitaria.
Alcuni detenuti hanno parlato pubblicamente dei loro problemi di lunga durata indotti dalla tortura.
Ammar al Baluchi, uno dei “prigionieri di alto valore”, ha rivelato attraverso il suo avvocato che soffre di lesioni cerebrali traumatiche per essere stato sottoposto a “mardi” dove la sua testa è stata ripetutamente fracassata contro il muro.
I suoi sintomi includono mal di testa, vertigini, difficoltà a pensare ed eseguire compiti semplici.
Si prevede che le menomazioni peggioreranno nel tempo, ha detto il suo avvocato, aggiungendo che anche il suo cliente non è in grado di dormire per più di due ore alla volta essendo stato privato del sonno come tecnica di tortura.
Ad avviso dell’ONU, gli Stati Uniti si dovrebbero impegnare a risarcire il danno provocato alle vittime, una responsabilità a cui gli States non possono sottrarsi.
Ní Aoláin sostiene che “aiutare individui che sono stati lasciati da soli a soffrire per lungo tempo è la cosa giusta da fare.”
Questo sarebbe giusto anche per le famiglie delle vittime dell’11 settembre, in nome delle quali molto spesso le autorità statunitensi hanno giustificato le pratiche di tortura.
Ní Aoláin ha detto che le vittime sono state in realtà tradite, “ciò che è stato fatto all’indomani dell’11 settembre non era solo dannoso per gli uomini, era profondamente, profondamente dannoso per le famiglie stesse”.
Nel campo di prigionia di Guantanamo sono ancora recluse 30 persone in condizioni non in regola con il diritto internazionale.