Popolo unito ogni minaccia è vana…
Lo abbiamo cantato ed auspicato dal 7 marzo 2020 – quando il governatore leghista Fontana, proclamò gli arresti di massa terapeutici preventivi, dove dopo due giorni diventarono esecutivi a livello nazionale – fino al 9 ottobre 2021, cinque giorni prima l’entrata in vigore del Green Pass, quando oltre 100.000 dissidenti da Piazza del Popolo urlarono “Lavoro e Libertà!”.
Poi si scagliò contro la vera resistenza e la sua prima linea una campagna repressiva senza precedenti negli ultimi 30 anni e una macchina del fango mediatica mai vista prima.
I corpi di chi aveva guidato la protesta contro il golpe globale del Grear Reset vennero sbattuti nelle Patrie Galere e le teste vennero sventolate nei salotti televisivi e nelle prime pagine dei giornali di regime, moderni patiboli neo-giacobini.
L’Unità di popolo spaventò il regime, tanto che da quel 9 ottobre, una sporca operazione di sistema, tentò di dividere e frantumare il fronte del dissenso.
Ed ecco che, con la prima linea della resistenza detenuta nei lager di Stato, destre e sinistre – ben tenute lontane dalle piazze e dal movimento fino all’autunno del 2021- hanno “assaltato, aggredito, diviso ed occupato” quel grande movimento che non aveva conosciuto padroni e padrini.
Così pseudi-comunisti e bombardieri della Serbia si sono presi la parte sinistra; ex sindaci e ministri, ex deputati prima dei 5 Stelle e poi della Lega, magari sostenuti dagli amici di Azov, hanno provato a manipolare la parte destra…
Altri personaggi, molti anche assai bizzarri, hanno tentato di mettere il cappello (o cappellone!) sulle piazze.
Questa operazione di regime, che ricorda – in tono meno violento – vecchie strategie della tensione ed opposti estremismi – non è, fortunatamente, completamente riuscita.
E dopo un anno e mezzo di lotte contro la guerra e la Nato, di fronte ad una nuova minaccia di limitazione delle libertà, attacco ai poveri e ai proletari e l’avanzata di un controllo sociale sempre più invasivo, il popolo è tornato a dire NO alle nuove tirannie del Great Reset!
Per questo oggi saremo tutti in Piazza, a Roma, al Campidoglio, per dire NO ZTL!
Per riprenderci tutto e non lasciare spazio a politici, politicume, servi di partito, sciacalli vari e agenti infiltrati del sistema.
La piazza deve tornare ad essere del Popolo!
La battaglia NO ZTL è una delle battaglie fondamentali per fermare il Golpe Globale di Davos, Washington e Bruxelles.
In nome di false emergenze siamo passati dalla dittatura sanitaria all’imperialismo della Nato, dalla transizione ecologica alla Tirannia Green.
La quarta rivoluzione industriale del capitalismo 4.0 non fa prigionieri e va avanti spedita.
Emergenza dopo emergenza (la prossima sarà quella alimentare) lo schema è sempre lo stesso.
Così come gli obiettivi: toglierci la libertà, impoverirci, ridurci alla condizione di “schiavi felici”, disumanizzarci!
Questa nuova e più estesa lotta di classe tra dominanti e dominati non può conoscere veri, veleni del 900, presenza di vecchi tromboni e trombati della politica, dinosauri e fantasmi del passato.
Ne vigliacchi, decime linee da social e web.
La lotta di liberazione necessita di un popolo unito.
Come non mai!
Perché la lotta di classe è il motore della storia!
Perché il popolo unito non conosce sconfitta!
OGGI INNALZIAMO IL TRICOLORE DELLA LIBERTÀ CONTRO OPPRESSORI E SFRUTTATORI!
PERCHÉ ROMA DICE NO ZTL!