L'Italia Mensile

OGGI A ROMA PER DARYA DIGIN E IL MULTIPOLARISMO…

Nello stesso momento Alexander Dugin viene nominato direttore della Scuola politica superiore presso l’Università statale di scienze umanistiche della Russia, intitolato a Ivan Ilyin, filosofo preferito (e volentieri citato) da Vladimir Putin

La Terza Roma avanza… la Prima Roma risponde.

Ore 16.30 Roma.
Paroli.
Via Antonio Bertoloni 45.

Con Rainaldo Graziani e Giuliano Castellino

(https://www.lastampa.it/esteri/2024/04/11/news/il_ritorno_di_dugin_il_filosofo_fascista_russo_nominato_da_putin_capo_della_scuola_di_politica_intitolata_a_ilyin_cosi_rie-14212110/?ref=pay_amp&_gl=1oic8ex_ga*cjFlZlBuVnpueVVfczZvbmZBVF9mcGpvd2VCb1RodFEtQVpldGR3Wlo1bDRORndVaHhIZ0VKby0zaFRKczVoMw)

Il ritorno del tandem Dugin-Malofeev, il filosofo fascista russo nominato da Putin capo della Scuola di politica intitolata a Ilyin: così rieduchiamo i giovani ai valori russi.

Daria nell’attentato a San Pietroburgo nell’estate del 2022, aveva ripiegato su una dimensione pubblica legata più alle sue visioni eurasiatiche oracolari, venate di fascisteria russa, che all’attualità (sia pure senza rinunciare a uscite politiche).

Oggi invece Dugin è tornato, con un ruolo pubblico significativo nel sistema di regime putiniano: è stato nominato direttore della Scuola politica superiore presso l’Università statale di scienze umanistiche della Russia, intitolato a Ivan Ilyin, l’ideologo del (cosiddetto, ndr) fascismo russo (…) e filosofo preferito (e volentieri citato) da Vladimir Putin.

Secondo l’ateneo, l’alta scuola di politica punta a «plasmare la visione del mondo degli studenti basata sull’identità della civiltà russa e sui tradizionali valori spirituali e morali russi».

Dugin ha tenuto una specie di prolusione su “ Classificazione dei paradigmi storici e sociali della conoscenza scientifica”.

E il suo mentore, (…) ultra ortodosso Konstantin Malofeev, ne riassume così il significato: «Per molti anni, le discipline umanistiche nel nostro paese sono state sotto una vera e propria occupazione ideologica liberale occidentale. Di conseguenza, il sistema educativo nazionale stesso non è sovrano, ma coloniale. Che dopo la nostra inevitabile vittoria nell’odierna Guerra Santa con l’Occidente potrà portare via i suoi frutti».

Malofeev pensa (e lavora da anni, inondando l’Europa di finanziamenti attraverso “charities” varie e diversi suoi think tank) a una vittoria che non sia solo militare, ma ideologica e religiosa, e lo spiega così: «Affinché la nostra vittoria non sia solo sul campo di battaglia, la Scuola Superiore Ivan Ilyin e il nostro Istituto di Costantinopoli [Malofeev chiama così Istanbul] sono stati incaricati di rivedere i paradigmi scientifici ed educativi nazionali.

Allineandoli ai nostri tradizionali valori spirituali e morali russi. Il futuro sovrano del nostro Paese e un’equa struttura multipolare del mondo intero dipendono in gran parte da come riusciremo in questo».

Ecco spiegato il ruolo di Dugin.

Figlio di un generale degli apparati di sicurezza russi, cresciuto a pane, nazione e Kgb, ma anche sensibile, negli anni giovanili, a una certa scena punk-alternativa moscovita – che è stata crogiolo di diversi nazionalismi – negli anni del putinismo Dugin ha poi rappresentato non solo un pezzo di ultradestra ideologica interna, ma anche una significativa copertura teorica guerrafondaia per le operazioni del Cremlino.

Certamente Putin non è influenzato da Dugin, come scrivono talvolta esagerando, specialmente nel mondo anglosassone, ma Dugin, e soprattutto i libri di Ilyin, gli sono stati in qualche modo utili (…)

(…) “Sul fascismo russo” sostenne che era più perfetto di quello italiano, poiché era fondato intimamente sulla religione. Questo è il filosofo che Putin ama citare, e al quale è intitolata la Scuola ora affidata a Dugin.

Nel 2021, a Valdai, il dittatore (guarda un pò “La Stampa” chiama dittatore chi prende l’80% dei voti con oltre il 90% del popolo che va a votare…) russo terminò il suo discorso sull’annessione dei territori ucraini citando appunto Ilyn: «Devi vivere per ciò per cui puoi morire».
E citò anche «un suo conoscente» (molti pensarono a Dugin).

Il padre di Daria Dugina continua a essergli in qualche modo utile, anche dopo la stagione in cui veniva inviato in Europa ad abbindolare le destre europee e i loro personaggi in cerca d’autore, in tandem col consigliere di Trump Steve Bannon.

Stagione finita, o forse no; ma Dugin resta più che attivo.

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