di Fabio C. Maguire
La città di Odessa è stata ripetutamente bombardata nelle ultime quattro notti con missili ad alta precisione dall’esercito russo.
L’attacco arriva come rappresaglia al raid ucraino al ponte di Crimea e per la volontà espressa dal Presidente Zelensky di proseguire con le attività commerciali legate all’accordo sul grano nonostante il ritiro della controparte russa.
I bombardamenti si sono concentrati nella zona del porto, colpendo strutture militari, imbarcazioni e depositi di armi e di cereali.
La contraerea ucraina non è stata in grado di neutralizzare i missili, provocando nella maggior parte dei casi dei danni ad edifici residenziali e civili.
In particolare, nell’ultima notte di bombardamenti è stata danneggiata gravemente la Cattedrale della Trasfigurazione.
Kiev ha prontamente accusato Mosca di aver deliberatamente bombardato il complesso ortodosso, accusandola di crimini di guerra per l’ennesima volta.
Ma la Cattedrale non è stata colpita da missili russi perché il danno riportato non è equiparabile con il tipo di danneggiamento provocato dai classici sistemi missilistici in dotazione all’esercito russo.
Come in altre occasioni, la difesa ucraina ha peccato di inesperienza e incapacità.
Era successo in occasione del frammento di missile precipitato in Polonia, in cui inizialmente la stampa mondiale incolpò la Russia per poi essere smentita a seguito dell’analisi del reperto che testimoniò la provenienza ucraina del razzo.
Anche durante i bombardamenti su Kiev nel mese di maggio, l’esercito ucraino aveva individuato in Mosca la responsabile della devastazione di un palazzo residenziale nel cuore della capitale per essere poi anche qui ironicamente smentito a causa di alcuni frammenti rinvenuti nel luogo dell’impatto che dimostrarono la responsabilità ucraina, in questa occasione si trattava di missili HIMARS di produzione statunitense.
Anche nella città di Odessa, dopo le prime analisi, si è potuto attestare che ad aver colpito la Cattedrale ortodossa russa, e non appartenente alla chiesa scismatica, è stato un missile della contraerea ucraina.
L’entità del danno, notevole ma non come quello di un razzo russo capace di demolire un palazzo di nove piani, ed elementi di razzi ucraini rinvenuti nel Tempio hanno appurato che la responsabilità non appartenesse all’esercito russo bensì a quello ucraino.
Nel corso della notte anche un altro edificio residenziale è stato colpito dalla contraerea ucraina, provocando la morte di venti persone.
Kiev ha rilasciato una dichiarazione ammettendo che su 65 razzi russi meno della metà sono stati abbattuti e quindi ci sarebbe da domandarsi dove finiscono i missili dei sistemi difensivi non giunti a destinazione?
Ovviamente in una guerra posso sempre verificarsi errori di valutazione e traiettoria ma quel che impietosisce è l’ipocrisia occidentale che invece di valutare attentamente i fatti addossa aprioristicamente la colpa alla Russia, anche per i danni e i bombardamenti nel proprio territorio, come nel caso della diga di Zaporizhye o dell’oleodotto Togliatti-Odessa.
Inoltre, da questa serie di attacchi, sembra che l’esercito russo abbia deciso di cambiare strategia, non affrontando più a campo aperto le formazioni nemiche bensì scegliendo di colpire le scorte e i depositi di munizioni per logorare la controparte.
Si arriverà ad un punto in cui l’esercito ucraino non avrà più munizioni e mezzi sufficienti per sostenere lo sforzo bellico e sarà costretto ad arrendersi.
Questa è l’esatta definizione di guerra di logoramento.