Russia vs Ucraina.
Meloni è pronta a una eventuale guerra nucleare?
La strategia del dissanguamento della Russia si basa su quattro fasi fondamentali.
Nella prima, la Casa Bianca provoca la potenza nemica minacciando la sua sicurezza nazionale: è il caso della penetrazione della Nato in Ucraina.
Nella seconda, la potenza incalzata, o “target”, accetta la sfida e procede alla guerra.
Nella terza, la Casa Bianca isola il “target” internazionalmente e opera per prolungare la guerra, trasformando le buone ragioni per fermare il conflitto in buone ragioni per proseguirlo. E, così, la possibilità che la Russia ricorra alle armi nucleari viene utilizzata non per trovare una soluzione pacifica, ma per alimentare la guerra al grido di: “La Nato deve diventare più aggressiva perché non possiamo farci spaventare da Putin”.
Questa fase, che chiameremo del “sanguinamento copioso”, è la più complessa e posa su tre condizioni di base.
In primo luogo, è necessario che Biden possa contare su una serie di Mario Draghi disposti a sacrificare l’interesse di milioni di europei per difendere il piano del presidente americano, che consiste nel provocare il crollo della Russia scaricando i costi sugli europei. In secondo luogo, è necessario che gli elettori europei abbiano una visione distorta di ciò che accade in Ucraina e delle cause della guerra.
Per raggiungere l’obiettivo autoritario della “messa in ignoranza” del pubblico democratico, i governi europei privano i giornalisti russi della libertà di espressione per facilitare il controllo dell’informazione e fornire una rappresentazione dei fatti funzionale al proseguimento della guerra.
Viene così elaborato un progetto anti-illuministico in cui il tribunale della ragione viene spogliato delle sue facoltà critiche e delle sue prerogative logiche.
Contro ogni evidenza storica e ricerca scientifica, la Nato viene antropomorfizzata e rappresentata come un essere anaggressivo senza colpe. Di contro, il “target” è l’unica causa di tutti i mali, l’unico ad avere sbagliato e a dover chiedere perdono per le proprie malefatte.
In terzo luogo, è necessario che l’Università, vero baluardo della ragione illuministica, accetti di assoggettare la logica dell’indagine scientifico-sociale alla logica del potere politico: i professori universitari, che rappresentano la vetta del sapere e posseggono gli strumenti per svelare le forze profonde che spingono il mondo verso esiti auto-distruttivi, ripetono ciò che i ministri reputano opportuno.
Queste condizioni sono presenti in Italia?
Lasciamo che siano i lettori a rispondere e passiamo alla quarta fase che coincide con l’obiettivo ultimo del dissanguamento: il rovesciamento del regime nemico con le rivolte interne e la sua sostituzione non con la democrazia, bensì con un governo amico.
Non occorre Voltaire per vedere che l’Ue combatte soltanto contro le dittature nemiche (Siria) mentre sostiene convintamente le dittature amiche (Egitto), incluse quelle che massacrano i cittadini italiani dopo averli torturati fino alla morte.
Oggi la Russia è attraversata da una serie di rivolte interne contro l’arruolamento. Per fronteggiare la Nato in Ucraina, Putin deve ricorrere alla mobilitazione parziale.
Dissanguata dai costi della guerra, la Russia va incontro alle turbolenze intestine. Nel frattempo, la possibilità di una guerra nucleare viene discussa persino all’Assemblea generale dell’Onu.
Non ci sono dubbi: la strategia di Biden del dissanguamento della Russia sta funzionando e il nascituro governo di centrodestra dovrà rispondere alla seguente domanda: l’Italia, intesa come sistema-Paese, è pronta a una guerra nucleare in Ucraina? Giorgia Meloni ha compreso il senso di marcia?
di Alessandro Orsini