Amanda Miranda
Totò Schillaci è stato l’emblema del ragazzo palermitano che trasforma i propri sogni in realtà, ed in effetti in quelle notti magiche ci ha fatto sognare tutti.
Ero bambina quando segnó quel primo goal durante i mondiali e dalla sedia saltarono tutti abbracciandosi perché in quel momento non aveva solo fatto un punto l’Italia, ma in vantaggio era andato il CEP e con lui tutte le periferie della città.
Il degrado di Palermo si era trasformato in voglia di vincere e lui nella sua semplicità con quegli occhi grandissimi, sgranati ed increduli era riuscito a fare tutto questo.
Totò Schillaci un nome che a Palermo resterà sempre leggenda ma oggi, in occasione della sua morte, voglio ricordare ai più che lui è stato anche un grande uomo che però aveva un difetto: non voleva sottomettersi alle regole di un sistema falso ed ipocrita.
Era una persona perbene, uno dai piedi grossi forse ma dal cervello fino che non accettava di essere un fantoccio per 4 soldi ed infatti fu uno dei primi ad andare a giocare addirittura in un altro continente sempre mai aggiungendo una parola in più, perché si sa la parola migliore è quella che non si dice.
Parlava poco ma faceva i fatti, infatti diverse sono state le occasioni in cui nella sua scuola calcio ha supportato giovani promesse con talento ma poche disponibilità, voleva regalare ai ragazzi la stessa opportunità che aveva avuto lui, ma non siamo stati capaci di dare risalto ad un nostro concittadino che avrebbe potuto fare belle passerelle se solo avesse voluto.
Ha preferito parlare sottovoce.
Oggi tutto il mondo ti piange caro Totò, ma molti non sanno che tu non eri solo un combattente in campo, lo eri nella vita, lo eri nei fatti e con il tuo silenzio farai rumore per sempre.
Buon viaggio campione!