di Ramona Castellino
La situazione in Medio Oriente diventa sempre più drammatica.
Dalle prime ore del giorno si intensificano i feroci attacchi di Israele contro il Libano.
È già nuova crisi umanitaria, con oltre 100 mila sfollati, che da Beirut si spostano verso il nord del paese per sfuggire alla violenza di Israele.
In Libano già 700 morti da lunedì a oggi e gli ormai migliaia di palestinesi trucidati di cui 50.000 solo bambini e un numero intorno ai 95.000 civili mutilati e gravemente feriti a Gaza.
Dopo le dichiarazioni all’ONU Netanyahu dichiara che non non fermerà “l’operazione” in Libano, anzi si intensificherà fino alla vittoria.
La posta in gioco è la “democrazia”.
A fronte dei massacri, gli Usa, gli altri “democratici” e “portatori di libertà”, garantiscono un pacchetto di aiuti di 8,7 miliardi di dollari per sostenere gli sforzi militari sostenuti da Israele.
E proprio in onore di questi sforzi che in serata, Netanyahu ordina di radere al suolo il sud di Beirut, ed incredibile da credere, proprio dalla sede dell’Onu di New York.
Israele sta portando a compimento il suo grande progetto sionista del Grande Israele, attaccando il Libano con una forza che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale.
A detta di Israele l’obiettivo era Hassan Nastrallah che fonti arabe dicono illeso, perché non presente nei punti di attacco.
Nulla contano le decine e decine di vittime tra le macerie libanesi, come per Israele e gli amicizia finanziatori americani, non conta la striscia di sangue innocente che come fiume segue il loro passaggio.